La grande sfida per le aziende svizzere: rafforzare l’innovazione per combattere la carenza di manodopera

Matteo Casari

16 Maggio 2023 - 12:37

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L’analisi di UBS mostra come le imprese del nostro Paese intendono risolvere questa persistente difficoltà del mercato del lavoro

La grande sfida per le aziende svizzere: rafforzare l'innovazione per combattere la carenza di manodopera

Negli ultimi anni, le aziende svizzere sono riuscite a migliorare la loro capacità innovativa. Oggi, però, questa è minacciata da una marcata carenza di manodopera. Le imprese puntano quindi a mantenere più a lungo i dipendenti senior e motivare quelli a tempo parziale ad aumentare il loro carico di lavoro. In contrasto con queste difficoltà strutturali, i rischi economici sono in parte diminuiti. Lo mostra l’indagine semestrale di UBS svolta su 2.500 aziende.

Pandemia, strozzature nell’approvvigionamento e carenza energetica - le principali sfide degli ultimi anni - diventeranno meno importanti nel 2023. Questo concentra la visione delle aziende svizzere sulle due importanti sfide a lungo termine sopra citate.

Clienti, concorrenti e dipendenti la chiave per innovare

Nonostante le numerose difficoltà, negli ultimi tre anni le aziende svizzere sono riuscite a mantenere in media la loro capacità di innovazione. Solo un’azienda su dieci dichiara di aver perso terreno rispetto ai concorrenti in questi termini, mentre una su tre è riuscita a migliorarla ulteriormente.
Il rafforzamento di tale capacità si basa sulla collaborazione con i clienti e le altre aziende, da un lato, e con i dipendenti, dall’altro. Quasi due terzi delle imprese vogliono rafforzare la propria tendenza all’innovazione attraverso l’istruzione e la formazione, oppure attraverso nuove forme di cooperazione.

Carenza di manodopera

L’indagine mostra che l’economia svizzera deve far fronte a una marcata carenza di manodopera in tutti i settori. Solo un quarto delle aziende intervistate è in grado di occupare senza problemi i posti vacanti; per il 22% ciò è possibile solo con una riduzione delle qualifiche. Più della metà delle imprese ha invece difficoltà a coprire i posti vacanti o non è in grado di farlo.
La metà delle realtà intervistate dichiara che questo fenomeno comporta un sovraccarico di lavoro per i propri impiegati. «I risultati dell’indagine sono allarmanti. Se le prestazioni dei dipendenti diminuiscono, la capacità di innovazione delle aziende ne risentirà», commenta Alessandro Bee, economista di UBS CIO GWM.
La carenza di manodopera è destinata a peggiorare agli occhi delle aziende intervistate. Quasi il 40% prevede di dover affrontare nei prossimi 5-10 anni una situazione ancora più critica di quella attuale, a fronte del solo 16% che vede una speranza di miglioramento.

Lavoratori senior e part-time

Tra le contromisure, un migliore utilizzo del potenziale dei propri dipendenti ha la massima priorità. La metà delle aziende si concentra sull’aumento della propria attrattiva per i dipendenti. Allo stesso modo, quasi la metà delle imprese vuole mantenere i dipendenti più anziani più a lungo nel processo lavorativo, mentre un buon terzo vorrebbe creare un ambiente che permetta ai lavoratori part-time di aumentare il loro carico di lavoro.
Alla luce dell’attuale forte immigrazione, le aziende menzionano raramente la scelta di ricorrere maggiormente a lavoratori stranieri. Solo il 15% cita come possibilità un aumento delle assunzioni all’estero.

I rischi economici si stanno attenuando

Dopo la fine delle misure contro la pandemia, la Cina dovrebbe tornare a sostenere l’economia globale. Allo stesso tempo, i problemi di approvvigionamento nel settore energetico in Europa sono diventati improbabili. Tuttavia, sull’economia globale peseranno gli effetti del forte aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense. Daniel Kalt, capo economista di UBS Svizzera, prevede quindi una crescita dell’economia svizzera inferiore alla media quest’anno e una ripresa significativa solo nel corso del prossimo (previsioni PIL 2023: 0,8%, 2024: 1,3%; previsioni inflazione 2023: 2,5%, 2024: 1,7%).

L’inflazione ha superato il suo apice in Svizzera

L’inflazione core, invece, si sta rivelando più ostinata del previsto. Per questo motivo, è probabile che la Banca nazionale svizzera (BNS) aumenti nuovamente il tasso di interesse di riferimento, portandolo all’1,75% a giugno. Tuttavia, gli economisti di UBS si aspettano solo moderati effetti di secondo impatto, per cui la BNS dovrebbe lasciare costante il tasso di riferimento nella seconda metà dell’anno.
Il franco svizzero dovrebbe continuare a tendere al rafforzamento, poiché beneficia ancora del fatto che l’inflazione significativamente più elevata nell’Eurozona e negli USA ha conferito alla valuta elvetica un potenziale di apprezzamento.

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