Secondo uno studio di AXA, la salute mentale risulta più precaria nelle donne, a causa della loro situazione lavorativa e del loro status sociale.
Sul luogo di lavoro, le donne subiscono una pressione maggiore degli uomini e le loro capacità sono messe in discussione con frequenza doppia rispetto ai colleghi maschi. Lo studio internazionale AXA sulla salute mentale mette in rilievo inoltre che la dipendenza da Internet colpisce soprattutto i giovani.
La salute mentale in Svizzera
L’autunno scorso AXA ha condotto un sondaggio presso circa 31mila persone tra i 18 e i 74 anni di 16 Paesi diversi sul loro benessere mentale. I risultati evidenziano che ancora prima dell’ansia e della depressione, è lo stress che angoscia di più. Sebbene la Svizzera si collochi nella fascia mediana nelle statistiche globali relative al fattore stress, oltre la metà (55%) delle persone contattate accusa sintomi di gravità medio-alta. In un sondaggio analogo svolto l’anno precedente, la percentuale era di un terzo.
Eppure nel confronto internazionale la popolazione svizzera vanta una buona salute mentale, piazzandosi dopo Thailandia, Francia e Messico. Gli ultimi posti sono occupati da Turchia, Giappone e Italia. Anche per quanto riguarda le malattie psichiche la Svizzera si trova nella zona centrale della classifica, anche se circa una persona su quattro (26%) nel nostro Paese lamenta disturbi a livello mentale. L’incidenza più elevata di malattie psichiche si riscontra negli Stati Uniti (40%).
Le donne subiscono una pressione maggiore
Ad eccezione di Cina e Giappone, lo studio evidenzia ovunque nel mondo vistose differenze tra donne e uomini nell’ambito del benessere mentale. Le intervistate, senza distinzione di età, manifestano un malessere più accentuato. Rispetto agli uomini, una quota consistente di donne afferma di soffrire di solitudine e di stress (rispettivamente +24% e +22%). È costretta inoltre a compiere sforzi più gravosi per rispondere alle aspettative del proprio entourage (+29%) e denota in media valori leggermente inferiori relativi ad accettazione di sé e gioia di vivere.
Secondo lo studio, uno dei motivi principali di questo gender gap è da ricercarsi nella forte pressione a cui sono sottoposte molte donne nei diversi ambiti della vita quotidiana. A causa del loro sesso sono oggetto sistematico, ad esempio, di commenti indesiderati e dubbi circa le loro capacità con una frequenza pari a quasi il doppio rispetto agli uomini.
Rimane viva la disuguaglianza di genere
Il 69% delle donne messe sotto pressione per via del loro genere avverte un senso di solitudine a fronte di un 30%, ovvero meno della metà, di coloro che non subiscono pressioni di sorta. Parallelamente, le vittime di una pressione discriminatoria hanno un’immagine negativa del proprio corpo con una ricorrenza di tre volte superiore e per circa un quarto di loro i valori relativi ad accettazione di sé e gioia di vivere sono inferiori.
Nelle donne che si trovano in queste situazioni il fattore stress viene ulteriormente acuito da una ripartizione iniqua delle mansioni domestiche che risulta triplicata rispetto agli uomini e, di conseguenza, da una mancanza di tempo da dedicare a sé stesse.
Più si è giovani più si soffre mentalmente
Oltre alle differenze di natura sessista, il nuovo studio ha messo in luce anche chiare tendenze tra gli appartenenti alle varie fasce di età. I risultati indicano, trasversalmente a tutte le regioni geografiche, che il benessere mentale cresce con l’avanzare dell’età. L’accettazione di sé aumenta e di converso diminuisce il rischio potenziale di problemi di salute.
Mentre le persone adulte si muovono in generale in un contesto privato e professionale ormai consolidato, quasi due terzi dei giovani tra i 18 e i 24 anni si sente oppresso soprattutto dal futuro incerto e dalla solitudine. Poco meno della metà di tutti gli intervistati in questa fascia di età ha un’immagine negativa del proprio corpo (vedi infografica 2 sotto download). Anche i progressivi cambiamenti climatici sono fonte di preoccupazione per le giovani generazioni, molto più di quanto lo siano per i partecipanti al sondaggio più avanti negli anni.
L’uso smodato di Internet nuoce soprattutto ai giovani
Dallo studio si nota che queste preoccupazioni sono aggravate da un fattore aggiuntivo. Il 38% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ammette che la propria salute mentale risente della dipendenza tecnologica, cioè del tanto tempo trascorso in Internet e in particolare sui social. Tra gli intervistati ultraquarantacinquenni, solo un quarto dichiara di essere stressato dai media online.
Mettendo a confronto i giovani con o senza effetti negativi conseguenti alla dipendenza tecnologica si constata l’evidente incidenza di questo fattore sul benessere generale: il numero dei giovani soli aumenta di quasi la metà tra coloro che fanno un uso smodato di Internet e dei social e circa un terzo in più vive nell’inquietudine per il futuro incerto. Inoltre più del doppio di loro ha un’immagine negativa del proprio corpo e anche l’accettazione di sé risulta nettamente inferiore.
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