Nel mese di agosto la SECO ha eseguito una serie di controlli al fine di verificare abusi e irregolarità riguardanti l’indennità per il lavoro ridotto. In totale sono state 20 le persone denunciate.
Verso la fino di agosto la Segreterie di Stato dell’economia aveva ricevuto un migliaio di segnalazioni provenienti dalla piattaforma del Controllo federale delle finanze relative a sospette irregolarità nei confronti di una delle misure più importanti messe in campo dal Consiglio federale per aiutare le imprese in difficoltà durante la pandemia: l’indennità per il lavoro ridotto:
Ricordiamo che grazie a questa misura le imprese che hanno dovuto ridurre parzialmente o totalmente la loro attività a causa delle restrizioni anti-COVID possono beneficiare di aiuti al fine di compensare il salario dei propri dipendenti. Dal canto loro i dipendenti di un’impresa che ricorre all’indennità non sono obbligati ad accettarla, anche se questo rifiuto può comportare anche il licenziamento.
L’indennità per il lavoro ridotto è vincolata a determinate condizioni che non sempre sono state rispettate. Cosa è stato disposto dalla SECO nei confronti dei datori di lavoro non in regola?
Irregolarità indennità lavoro ridotto: le sanzioni disposte dalla SECO
La Segreteria di Stato dell’economia ha disposto 200 accertamenti nei confronti di alcune aziende sospettate di aver riscosso l’indennità senza avere i requisiti richiesti, stando a quanto si apprende da fonti istituzionali. Mediamente vengono scandagliate dalle 40 alle 60 aziende ogni mese.
Nel corso delle ultime due settimane di agosto la SECO ha accertato gravi irregolarità nel 10,7% (20 imprese) delle imprese sottoposte a ispezione, con la conseguente denuncia penale di 20 datori di lavoro. Nel 69,5% dei casi (130 aziende) gli ispettori della SECO hanno invece invitato i datori di lavoro a correggere i conteggi delle somme legate all’indennità perché presenti alcuni errori di calcolo. In una nota si legge che l’errato conteggio non è spesso legato a intenzionalità.
Per il momento le richieste di rimborso totali presentate dalla SECO sono state pari a 17,4 Milioni di Franchi.
Fino a quando si possono richiedere le restituzioni delle indennità versate?
In base a quanto precisato dalla SECO, la restituzione delle indennità per il lavoro ridotto può essere richiesta fino a 5 anni dopo il versamento. Questo vuol dire che qualora vengano accertate violazioni in futuro, sarà possibile richiedere entro il 2025 la restituzione degli importi percepiti in maniera irregolare.
Ricordiamo che oltre al portale del Controllo federale delle finanze, le segnalazioni per presunte irregolarità possono essere inoltrare anche al Servizio di revisione dell’assicurazione contro la disoccupazione (Ad), la cui commissione per la sorveglianza aveva già dato il via lo scorso anno a un programma di assunzioni per potenziare i controlli nei confronti dell’indennità. Al momento questa operazione è costata circa 25 Milioni di Franchi.
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