Nel Canton Basilea-Città gli elettori hanno approvato una proposta per istituire un salario minimo di 21 CHF orari, mentre nel Canton Giura è stato fatto un ulteriore passo avanti per la parità salariale. Cosa è successo?
Il 13 giugno non si è votato solo per i cinque quesiti referendari aventi come oggetto le tematiche legate all’ambiente, alla sicurezza e alle misure economiche a sostegno delle imprese.
In diversi Cantoni si sono infatti tenuti una serie di referendum locali, con esiti spesso molto interessanti. Ne sono l’esempio i referendum svoltisi a Basilea-Città e Giura aventi come oggetto la delicata tematica del salario minimo legale e dell’uguaglianza salariale tra lavoratori e lavoratrici.
Cosa è successo in questi Cantoni e perché l’esito del voto rappresenta un novità nello scenario svizzero?
Referendum a Basilea-Città: approvato salario minimo legale di 21 CHF orari
Basilea-Città diventa il primo Cantone della Svizzera tedesca ad adottare il salario minimo legale, strumento fino a questo momento presente solamente in 3 Cantoni della Svizzera Romanda (Giura, Ginevra e Neuchâtel) e nel Canton Ticino.
La proposta che alle urne ha riscosso più del 53% dei voti favorevoli porta la firma di quattro partiti politici (PLR, PPD, UDC e Verdi Liberali) e prevedeva l’introduzione di un salario minimo legale pari a 21 Franchi. Si tratta di una rivisitazione di una precedente iniziativa presentata da alcuni sindacati e formazioni politiche di Sinistra che chiedeva un salario non inferiore ai 23 Franchi.
Nel 2014 a livello nazionale si era votato per approvare o respingere un’iniziativa presentata dall’Unione Sindacale Svizzera (USS) relativa al salario minimo federale. In quell’occasione il "No" superò il 76% dei voti, ma a Basilea si erano registrati i dati più bassi relativi alla bocciatura di questa proposta.
Referendum nel Giura: plebiscito per legge a favore della parità salariale tra i due sessi
Anche nel Canton Giura si è registrato un risultato molto interessante che secondo alcuni analisti potrebbe causare un effetto domino sui Cantoni vicini. Con più dell’88% dei consensi è stato approvato un quesito referendario promosso dal sindacato UNIA avente come oggetto le iniziative volte a eliminare il divario salariale tra lavoratori e lavoratrici.
L’affluenza alle urne ha superato il 54% e la proposta aveva ottenuto l’endorsement di tutti i partiti politici senza alcuna eccezione. Il voto si era visto necessario per una questione di tempistiche, non essendo stato possibile durante la pandemia di COVID-19 attuare questa legge secondo quanto stabilito dalla costituzione giurassiana.
Secondo quanto riportato dai portavoce della sezione giurassiana dell’UNIA, nel Cantone della Svizzera Franfocona non sarebbero sempre state attuate le disposizioni esistenti in tema di lotta alle disuguaglianze salariali. Il plebiscito delle urne arriva proprio in una settimana cruciale per le lavoratrici elvetiche, dato che nella giornata odierna sono previste manifestazioni per ribadire l’uguaglianza tra uomini e donne in materia lavorativa e pensionistica.
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