Una ricerca condotta da Adecco ha messo in luce il fatto che quasi la metà dei lavoratori elvetici preferirebbe continuare a lavorare alternando lo smart working al lavoro in sede.
Adecco ha appena reso note le statistiche riguardanti una vasta ricerca condotta in diversi paesi europei ed extra europei sulle modalità di lavoro agile e sulle preferenze dei lavoratori nei loro confronti.
In numerosi paesi la maggior parte degli intervistati ha affermato di non essere propensa alla riduzione dello smart working, preferendo in alcuni casi un completo bilanciamento tra attività da remoto e attività presso le sedi aziendali.
Qual è stato il parere degli intervistati svizzeri? Lo smart working è ancora visto come una modalità di lavoro fruttuosa o sta andando sempre più verso l’abbandono? Di seguito sono riportati i risultati dell’indagine con riferimento ai dati svizzeri, europei ed extra europei.
Smart working in Svizzera: quasi 1 lavoratore su 2 vorrebbe mantenerlo
I dati relativi agli intervistati svizzeri sembrano propendere per una complessiva accettazione delle modalità di lavoro a distanza. Infatti secondo i dati di Adecco poco più del 49% degli intervistati vorrebbe mantenere lo smart working e bilanciarlo con lo svolgimento dell’attività lavorativa in sede. Poco meno del 51% sarebbe invece più propenso a ridurre le ore di lavoro da remoto in favore del lavoro in sede. La grande maggioranza degli intervistati che hanno espresso questo parere sono individui con figli.
Inoltre sembra che circa il 42% dei lavoratori svizzeri che si è prestato per l’intervista abbai manifestato una iniziale ansia e diffidenza nei confronti del ritorno in sede. Il 51% dei lavoratori impiegati nei gradini più bassi della gerarchia iniziale non ha invece espresso preoccupazioni a riguardo, mentre il 68% dei dirigenti ha espresso grande soddisfazione per il ritorno in sede.
Lo studio di Adecco ha anche preso in esame la percezione che si è avuta nei confronti del carico di lavoro da svolgere a casa. Circa il 34% degli intervistati condivide l’idea secondo la quale lo smart working ha comportato un carico di lavoro talvolta eccessivo, tanto da aver causato episodi di burn out. La percentuale relativa alla Svizzera è inferiore di 4 punti percentuali rispetto alla media dei paesi UE.
Alcuni dati Adecco sui paesi UE ed extra UE
In Europa la percentuale più consistente di lavoratori propensi allo smart working la registra la Germania (54%), seguita dall’Italia (52%). Come già accennato, nell’UE quasi 4 lavoratori su 10 hanno ritenuto eccessivo e gravoso per la salute mentale il carico lavorativo eseguito in modalità smart working.
In Asia la percentuale più bassa di persone favorevoli al mantenimento dello smart working è stata registrata in Cina, paese nel quale più del 70% degli intervistati sarebbe disposto a mantenere il lavoro da remoto in misura non superiore al 24%.
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