Il presidente dell’Unione Valentin Vogt nega che si possano soddisfare le richieste di Travaille.Suisse e mette in guardia: «La guerra in Ucraina rallenterà ancora l’economia».
Unione svizzera dei datori di lavoro (UPS) contraria all’incremento dei salari: o, quantomeno a soddisfare le richieste dei sindacati, giudicate astronomiche. Il presidente Valentin Vogt ha definito irrealistiche le "pretese" manifestate negli scorsi giorni: far crescere gli importi, di una percentuale che Travaille.Suisse ha stimato fra il 3% e il 5%. «Non ci sarà certamente un congelamento dei salari quest’anno - ha provato a rassicurare, precisando però che - non ci saranno nemmeno aumenti astronomici».
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Aziende troppo fragili per alzare gli stipendi
Severo il giudizio nei confronti dei sindacati, che a suo parere terrebbero un atteggiamento controproducente e poco utile ai lavoratori. «Quando i sindacati alimentano l’aspettativa che tutti ottengano un aumento dal 5 al 6%, è un’apparenza di facciata», ha continuato Valentin Vogt in un’intervista trasmessa da NZZ am Sonntag, sottolineando come troppe aziende, reduci dalla pandemia di Covid-19 e ancora alle prese con gli strascichi delle difficoltà affrontate, non siano finanziariamente in grado di sostenere incrementi. «Gli aumenti salariali saranno fatti prima di tutto su base individuale».
«Ma serve avere a cuore i dipendenti»
Non per questo seguiranno disordini politici e sociali, riflette. Uno scenario del genere, che trasformi le richieste in protesta, «non ha nulla a che fare con la realtà», dice. Tuttavia, «chiunque voglia mantenere i suoi dipendenti deve offrire loro un buon pacchetto complessivo».
Un mix tossico di fattori di incertezza
Ad alimentare le sue preoccupazioni è semmai il fronte ucraino. «L’idea che la normalità tornerà una volta che tutto questo sarà finito non è realistica», conclude Vogt, che prevede un ulteriore rallentamento economico. «Si sta preparando un mix tossico di fattori di incertezza».
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