Mentre a giugno i prezzi dei beni al consumo fanno segnare un aumento dell’inflazione di mezzo punto sul mese precedente (+3,4% su base annua), in Svizzera le richieste di rivedere i salari stanno sensibilmente aumentando.
L’inflazione non sembra orientata a rallentare la propria corsa. Ecco allora che alcune aziende svizzere si stanno preparando ad adeguare i salari dei propri collaboratori, per tutelarne la capacità di acquisto.
Giugno da profondo rosso
Mentre a giugno i prezzi dei beni al consumo fanno segnare un aumento dell’inflazione di mezzo punto sul mese precedente (+3,4% su base annua), in Svizzera le richieste di rivedere i salari stanno sensibilmente aumentando.
Una situazione difficile, ma tutto sommato ancora gestibile se paragonata a quella di tanti altri Paesi europei, tra cui spicca l’Italia. Il Bel Paese è alle prese con un’inflazione superiore all’8%, una quota che non si vedeva dal 1989.
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La reazione c’è
Intanto in Svizzera alcune aziende si stanno già attivando. Secondo quanto riportato da alcune testate di settore, colossi come Swisscom e Zurich ad aprile hanno messo mano al portafoglio per rimpinguare la busta paga dei propri dipendenti. Altre realtà invece, si appresta a farlo a partire da luglio.
Sempre stando a quanto riporta la stampa, Migros e Coop preferiscono aspettare la fine dell’estate per valutare ritocchi salariali. Insomma, un po’ per volta i principali gruppi produttivi del Paese sembrano aver compreso la necessità di tutelare il potere di acquisto dei propri dipendenti, riservando un occhio di riguardo alla tenuta dei consumi.
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