I numeri parlano chiaro: la sezione ticinese dell’Associazione svizzera impresari costruttori chiede un cambio di rotta.
La situazione è seria, a maggior ragione se si considera che la segnalazione arriva dalla sezione ticinese dell’Associazione svizzera impresari costruttori.
Il numero medio di appalti riportati sul Foglio Ufficiale del Cantone Ticino è in calo. Una flessione che ha portato la media di 3 gare di appalto pubblicate alla settimana risalente a pochi anni fa, ad un dato di 1,58 gare nei primi tre mesi del 2023.
Preoccupazione degli operatori
Una tendenza che era stata riscontrata dagli addetti ai lavori, già lo scorso autunno e che ora si carica di nuova apprensione tra gli impresari costruttori ticinesi. Per questo, la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino ha diffuso oggi una nota con la quale invita i committenti pubblici "a non farsi abbagliare dai falsi risparmi sugli interventi di manutenzione e di miglioramento del loro patrimonio immobiliare".
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Flessione costante
La situazione era stata segnalata già nel 2021, suscitando in quell’occasione un lieve recupero della media degli appalti pubblici assegnati settimanalmente. Ora però, avvertono i portavoce, la situazione si è fatta più seria. "Ci viene risposto che gli enti pubblici ricorrono con maggiore frequenza alle procedure ad incarico diretto o a invito, evitando così il concorso. Dai contatti quotidiani che abbiamo con le imprese, ciò non traspare e a confermarlo emerge il calo delle riserve di lavoro e la spietata corsa al ribasso a livello di offerte" aggiungono gli impresari.
Solo lavori di piccola portata
Prendendo in considerazione il numero e l’importo delle licenze di costruzione rilasciate in Ticino negli ultimi mesi, emerge come l’attività edilizia si stia focalizzando su interventi di modesta entità e che riguardano in gran parte gli artigiani edili che rientrano nei settori dei risanamenti e dell’uso di energia rinnovabile per gli edifici. "Nulla in contrario - afferma l’Associazione svizzera impresari costruttori -, ma le opere da capomastro continuano a scarseggiare. Il clima generale di incertezza, l’aumento dei tassi d’interesse, uniti agli avvenimenti delle ultime settimane legate a Credit Suisse, rappresentano difficoltà in più per gli investitori privati".
Le richieste della categoria
L’appello che gli impresari rivolgono alla pubblica amministrazione è dunque di non frenare la leva economica degli investimenti. "Ritardare interventi di manutenzione costituisce un falso risparmio poiché si cade inevitabilmente nella spirale degli interventi d’urgenza o addirittura radicali, molto più onerosi rispetto
alla corretta manutenzione. Il perdurare di questa situazione porterà le imprese a dover ridurre il personale effettivo. Purtroppo, i segnali che ci giungono da Confederazione, Cantone e Comuni sono chiari e mirano al risanamento delle finanze a breve termine. Tuttavia, invitiamo gli enti a conservare un buon livello di investimenti se vogliamo preservare il nostro tessuto economico cantonale".
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