Parola del senatore Pd Alessandro Alfieri, soddisfatto della risposta alla sua interrogazione. Ma di fatto, al momento, ci sono solo parole: «Il Governo vuole semplificare la procedura». Con ingiustificato ritardo.
Tutto come ampiamente previsto quando ancora si era in tempo, il primo marzo una data lontana e la nuova politica degli assegni familiari per i frontalieri, subordinata all’entrata in vigore dell’assegno unico in Italia, una questione da aggiornare entro la scadenza. Invece.
Almeno 38mila lavoratori sotto scacco
Invece non sono serviti gli appelli, i confronti sindacali, la preoccupazione serpeggiante sui social da parte dei 38mila interessati su 75mila lavoratori totali e neppure le incessanti richieste di delucidazione agli interlocutori più disparati, talvolta pure un poco fuori luogo. Alla seconda metà di maggio, il caos regna ancora sovrano, come si suol dire con metafora. Ma di retorica, in questo caso, non ce n’è neanche un po’.
Tutto bloccato, salvo che per pochi eletti
Tutto vero, tutto fermo, salvo che per pochi fortunati con una situazione familiare ben definita e particolare, ricompresa in casistiche specifiche dove, eccezione alla regola, la procedura è già stata codificata. Per gli altri, non resta che da attendere, e sperare: che si faccia in fretta, quantomeno a fare chiarezza. Perché anche questa manca, alla data del 17 maggio anno del Signore 2022.
Tutto tace dall’inizio di aprile
Al sindacato Ocst, fra i primi a segnalare tramite Andrea Puglia il rischio di impasse, in collaborazione con Matteo Poretti di Unia Ticino, le notizie sono vecchie dell’8 aprile. E non perché da quel momento in poi non ce ne sia più occupati; perché, piuttosto, in un mese e passa non è cambiato niente. Spiegano anzitutto, come una recita a memoria che va avanti uguale da due mesi e un po’, che «le casse di compensazione svizzere hanno sospeso l’erogazione degli assegni familiari con il 1° marzo e nella maggior parte dei casi hanno dato istruzioni ai frontalieri di far richiedere all’altro genitore dei figli l’assegno unico in Italia, pronte a pagare poi al frontaliere l’importo differenziale tra l’assegno svizzero e quanto già percepito dall’altro genitore in Italia. All’apparenza non sembrerebbe esserci nulla di particolarmente critico; purtroppo però la realtà è ben diversa».
Le difficoltà di un dialogo Italia-Svizzera
Colpa degli scambi da sempre difficili fra Svizzera e Italia, e in questa circostanza anche più di altre. «Per mettere in pratica questa procedura, le casse di compensazione svizzere stanno infatti inviando alle sedi Inps locali i moduli E-411, per farsi certificare l’importo dell’assegno unico pagato in Italia. Tuttavia, la direzione nazionale di Roma non ha ancora inviato alle proprie sedi la conferma che l’assegno unico italiano sia effettivamente scalabile dagli assegni esteri: un principio vincolato al diritto europeo su cui esistono però interpretazioni diverse tra loro».
Italiani penalizzati da... l’Unione Europea
Un cavillo burocratico che, in partenariato con le sigle sindacali italiane, si è provato a risolvere con solleciti all’Inps nazionale e al ministero del Lavoro, affinché spieghino nel dettaglio come gestire le pratiche e superare il blocco che si allarga nei tempi e nei modi. Gli incontri però condotti finora non hanno prodotto che parole sterili.
L’interrogazione del Partito Democratico
Che sia dunque adesso la politica che si gioca nel Parlamento italiano, che il pasticcio in un certo modo l’ha creato, a risolverlo in tempi rapidi? Per i sindacati svizzeri, il pasticcio in realtà nasce da una complicità pesante con le casse di compensazione svizzere - che con una giungla delle più svariate e possibili interpretazioni hanno messo in difficoltà i lavoratori di nazionalità italiana - più che dall’immobilità nota dell’Inps: che, in fondo, è "solo" un problema annoso. Fatto sta che l’onorevole Alessandro Alfieri, senatore Pd che ha presentato un’interrogazione sul tema al fine di risolvere «con urgenza alcune questioni pregiudiziali» e «poter garantire prestazioni essenziali per il sostegno dei figli e dei nuclei familiari interessati», si dice soddisfatto dalla risposta ottenuta venerdì della scorsa settimana.
Una somma (esasperante) di buone intenzioni
«Siamo in via di risoluzione», ha dichiarato in una nota ottimistica, precisando di avere avuto «incontri con i vertici dell’Inps e del Ministero del lavoro e, rispondendo a una mia interrogazione, il Governo ha comunicato la volontà di semplificare la procedura di richiesta dell’assegno unico e universale per i figli a carico». L’attesa ricomincia.
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