Con i prezzi attuali di gas e gasolio, l’investimento iniziale sarebbe ammortizzato in 8-9 anni invece di 12-14. E da quel momento in poi il risparmio sul riscaldamento sarebbe notevole: 700 franchi l’anno invece dei 1.400 del 2021, che a causa della guerra sono già saliti a 2mila.
Forse ha proprio ragione chi dice, anche qui in Ticino, che non tutto viene per nuocere. Perfino la guerra, insomma, qualcosa di buono in fondo in fondo la porta: e mentre resta di capire se vale la pena di passare attraverso il rischio di un terzo conflitto mondiale per cambiare la mentalità della gente, non c’è da fare altro che raccogliere il fatto. Gli scontri cominciati in Ucraina, e l’inimicizia globale nei confronti della Russia, accelereranno l’avvento delle energie rinnovabili: pulite, più efficienti ed economiche. Almeno secondo gli esperti del settore e gli analisti di Credit Suisse che, dati precisi alla mano, non lasciano dubbi - se mai ce ne fossero stati - sul fatto che sia la strada da prendere.
Riscaldamento a gas e gasolio: +38% nel 2022
Il confronto fra fonti energetiche del passato e del futuro, segnala lo studio immobiliare pubblicato a giugno, è assolutamente impari, complice un lievitare dei costi verso valori del tutto imprevisti a febbraio di quest’anno. Gli aumenti, beninteso, si registrano ovunque, ma in percentuali che fanno una clamorosa differenza. I combustibili fossili, per esempio, porteranno un incremento del 38% nelle spese di riscaldamento delle case svizzere alimentate a gas e gasolio; le pompe di calore solo del 3%, a significare costi finali inferiori del 60% rispetto ai fossili.
Sei case su 10 dipendono dal petrolio
Eppure, la diffusione di queste ultime è ancora troppo scarsa in un territorio che vede sei case su dieci ancora riscaldate con i derivati del petrolio, nonostante i numeri sembrerebbero dire l’opposto. L’aumento del 646% in vent’anni (2000-2020) di abitazioni che si avvalgono di pompe di calore, calcolato su una base di partenza modesta, porta a un risultato molto meno impressionante di quello che la percentuale parrebbe significare, pari a solo il 20% del totale delle case; così come il decremento del 30% delle superfici riscaldate a gasolio, nello stesso periodo, è buona cosa ma tutt’altro che sufficiente.
Il rialzo più caro è per il metano
Non solo: a crescere è stato anche il numero di coloro che per stare al caldo si sono affidati al gas, +93%. E i prezzi del metano sono quelli che hanno subito le ripercussioni più forti a causa della guerra, con incrementi all’ingrosso pari al 354% in più dell’anno passato, dato di aprile, a fronte del 76% del gasolio e del 217% dell’energia elettrica.
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Pompe più efficienti: 19 kWh/m² invece di 100
Stimate su una superficie abitativa media di 99 metri quadrati e un nucleo familiare di 2,2 persone, le spese accessorie calcolate da Credit Suisse risentono anche della diversa efficienza energetica dei vari sistemi utilizzati. Il fabbisogno termico annuo medio per riscaldare una casa, sceso da circa 110 kWh/m² nel 2000 a 87 kWh/m² nel 2020, presenta disparità importanti se si entra nei casi specifici, dimostrando come gasolio e gas consumino in maniera impressionante rispetto a modalità alternative. I 102 kWh/m² del gasolio, media fra il 2015 e il 2019, diventano 90 kWh/m² per il gas e precipitano felicemente verso il basso con le pompe di calore, in grado di consumare solo 19 kWh/m².
Riscaldamenti (e incrementi) a confronto
Così, in un 2021 non ancora intaccato dalle conseguenze del conflitto, i costi medi di riscaldamento per ambienti e acqua calda sono stati di circa 718 franchi con la pompa di calore, cioè il 48% in meno del gasolio (1.381 franchi) e del gas (1.382). In questo primo stralcio di 2022 e di prezzi fuori di misura, la differenza è cresciuta già fino a toccare il 61%: lo stesso appartamento a gasolio costerà cioè 1.934 franchi, cioè 553 franchi in più del 2021 (+40%), a gas 1.889 franchi, cioè 507 in più (+36%) e le pompe di calore 738 franchi: appena 20 franchi di aumento, +3%.
Oltre 30mila franchi di investimento, ma poi...
Sufficiente a convincere gli svizzeri che è meglio farci un penserino? No, quantomeno sulle prime. Perché l’investimento iniziale per cambiare l’alimentazione del riscaldamento domestico è importante: 30.675 franchi per una pompa di calore aria-acqua, al netto dell’incentivo medio di 4.325 franchi. Ed è a questo punto però che intervengono Russia e Ucraina, a incentivare il grande passo. Con i prezzi attuali dei combustibili fossili, l’installazione sarebbe ammortizzata più velocemente che in passato, dopo 8-9 anni invece di 12-14 necessari a seconda che il vecchio impianto sia rispettivamente a gas o a gasolio; periodo che potrebbe accorciarsi se l’andamento dovesse proseguire al rialzo. Il momento pare dunque essere arrivato.
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