Dopo il caso del mobilificio francese che ha introdotto il congedo mestruale per donne e uomini, la Spagna pensa a una vera e propria legge. Nel resto del mondo, eccezion fatta per alcuni Paesi asiatici, se ne discute ancora.
Mal di testa, crampi addominali, nausea e astenia. Sono questi i sintomi più diffusi che accusano le donne nei giorni del periodo mestruale. La loro intensità è soggettiva tanto è vero che se da un lato c’è chi sopporta e tollera il dolore, per altre la sintomatologia è a volte invalidante, soprattutto in presenza di endometriosi. Negli ultimi decenni, però, le donne sono state abituate a stringere i denti, a maggior ragione quando si parla di lavoratrici appartenenti alle generazioni più vecchie che avevano altri diritti a cui pensare. Ora invece, in questo periodo storico, in cui si cerca di portare a galla le diversità per trattarle in modo più equo, l’esigenza di un congedo da uno a tre giorni in caso di indisposizione per questa causa inizia a farsi strada. E qualche azienda ci pensa sul serio.
Il caso del mobilificio Louis
È il caso del mobilificio francese Louis, con sede a Labège, poco lontano da Tolosa, che in misura sperimentale a partire dall’8 marzo ha disposto il diritto alle sue 8 dipendenti di una giornata di congedo retribuito durante il ciclo mestruale. Un nuovo diritto a disposizione anche del comparto maschile: il congedo mestruale varrà una volta al mese per i 17 uomini impiegati nei lavori di falegnameria, a volte pesanti, che comportano dolori e stanchezza.
Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa a France Bleu, Thomas Devineaux direttore generale di Louis, ha spiegato che rappresenta una misura vantaggiosa per tutti. Non solo per le donne. Lavorando in clima di flessibilità, ha sottolineato, si evitano imprevisti durante la produzione. A Devineaux preme il fatto che sul luogo di lavoro ci siano fiducia e benessere e spera di essere un esempio anche per altre aziende.
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In Spagna si pensa a una legge per il congedo mestruale
Intanto in Spagna il diritto alla salute mestruale sarà uno dei punti principali della riforma sulla legge sull’aborto che prevede la possibilità di interrompere la gravidanza dai 16 anni di età senza permesso dei genitori. Con la riforma le donne avranno a disposizione da tre a cinque giorni al mese da utilizzare durante il ciclo, oltre all’obbligo di accesso a prodotti igienici gratuiti negli istituti sociali. Al momento si tratta solamente di una proposta e i tempi per la discussione parlamentari sono lunghi, ma qualora venisse approvata diventerebbe il primo paese occidentale ad avere regolamentato per legge il congedo mestruale.
In Giappone: una legge dagli anni Quaranta
Mentre, a quanto pare, l’Europa si mostra indietro con i tempi, in Giappone il congedo mestruale è regolamentato dal 1947. La legge permette alle donne di rimanere a casa nei giorni in cui il dolore è troppo forte. Sulla stessa riga anche altri Paesi asiatici come Corea del Sud, Indonesia e Taiwan che consentono alle dipendenti di riposarsi due o tre giorni durante il periodo mestruale. In questi Paesi, dove la diversità di genere sembra almeno apparentemente non rappresentare un problema, il divario salariale tra uomini e donne è invece ancora elevato. In Corea del Sud, per fare un esempio, ammonta a circa un terzo, in Giappone a circa un quarto.
La situazione dell’Europa
In Europa fa eccezione qualche azienda. Qualche anno fa la società inglese “CoExist” di Bristol, in Gran Bretagna, ha avuto la prima vittoria con un congedo chiamato “Period Leave”, grazie al quale alle donne è consentita una pausa dal lavoro una volta al mese. In Italia era stata presentata una proposta nel 2017, senza successo. Mentre in Lussemburgo la politica ci sta pensando.
E in Svizzera?
Nel Paese rossocrociato le opinioni incontrano posizioni ancora divergenti tra loro. Da un lato le femministe stesse sono critiche verso la possibilità di un congedo mestruale. Dall’altro alcune associazioni, come Terres des Femmes Svizzera, affermano che il mancato sostegno da parte delle aziende sia dovuto al fatto che le mestruazioni siano ancora un tabù. In Svizzera poi tra il 10 e il 15% della popolazione femminile soffre di endometriosi, una patologia dolorosa invalidante per cui per ora non esiste un riconoscimento legislativo.
Cosa ne pensa la politica?
L’idea di introdurre questa misura è stata solamente discussa dalla Gioventù socialista svizzera e nonostante i sindacati siano consapevoli della situazione ancora non è stato fatto nulla.
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