I consumi interni restano stabili in Svizzera, ma il Paese deve fare i conti con le tensioni esterne e la mancata crescita della Cina.
I consumi interni reggono, ma le sfide globali rischiano di influenzare anche l’economia elvetica. Il barometro KOF si spinge fino al 2025 per capire come va l’inflazione dopo che la Banca Nazionale Svizzera ha deciso di tenere il tasso di interesse stabile all’1,75%.
Economia svizzera, le proiezioni fino al 2025
L’economia elvetica si divide in due tendenze: da un lato la stabilità dei consumi e del mercato del lavoro, dall’altro la crescita più bassa di Cina e Germania rispetto alle precedenti previsioni.
Nel 2023 il PIL aumenterà dello 0,8%, arrivando a un aumento del 1,5% nel 2024 e del 1,6% nel 2025. Il mercato del lavoro resta stabile, con un aumento del 2% nel 2023 e dell’1% nel biennio successivo. La disoccupazione ha una lieve tendenza in crescita, passando dal 4,1% del 2023 al 4,2% del 2024 fino al 4,5% del 2025. I dati sui salari restano stabili e non prevedono crescita fino al 2025 con un 2,4% di crescita. Restano stabili i consumi, in salita dopo la pandemia: nel 2023 si arriva a un aumento del 2,3%, mentre per gli anni successivi gli aumenti previsti sono dell’1,5%. Una contrazione dei consumi farmaceutici potrebbe far calare il PIL svizzero secondo le stime.
L’inflazione
L’inflazione dovrebbe scendere dal 2,2% di oggi all’2,1% del 2024 fino al 1,1% del 2025. A incidere maggiormente sull’inflazione è l’aumento degli affitti, a sua volta legato all’aumento dei tassi di interesse, ora stabili dopo la decisione della Banca Nazionale Svizzera di tenerli all’1,75%. Anche i costi energetici saliranno e questo non era previsto nelle prime stime.
Il differenziale tra franco svizzero ed euro è di 2,25 punti e la Banca ha preso questa decisione per mantenere il franco forte sui mercati ed evitare l’importazione dell’inflazione esterna.
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