A causa della struttura del mercato del lavoro e della forte presenza di frontalieri, nel nostro cantone il divario degli stipendi con il resto del Paese si sta facendo sempre più ampio.
I salari in Ticino sono più bassi di oltre il 20% rispetto al resto della Confederazione. I risultati di un’analisi approfondita, eseguita dal Cantone, mostrano come tra i fattori più significativi che causano questo ampio divario ci siano la struttura del mercato del lavoro e il grande numero di lavoratori frontalieri.
Stipendi più bassi del 23,3% in Ticino
I dati della Rilevazione svizzera della struttura dei salari (RSS) del 2020, la più recente, ha messo ancora una volta in luce una delle problematiche più sentite nella nostra regione: il divario salariale con il resto del Paese. Nel 2020, la mediana salariale del settore privato in Ticino è di 5.203 franchi, mentre nel resto della Svizzera è di 6.414 franchi, ossia superiore del 23,3%.
Osservando l’evoluzione tra il 2010 e il 2020, si nota come la mediana del Ticino sia aumentata del 3,7% (188 CHF), mentre quella delle altre regioni del 7,3% (439 CHF). Oltre a essere situata a un livello inferiore, la mediana ticinese si sta quindi allontanando da quella del resto del Paese.
L’evoluzione appare simile per tutti i livelli, a eccezione dei salari più alti, per i quali la differenza è invece diminuita nel tempo (dal 27,0% al 23,9%).
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Costo della vita più basso e tanti frontalieri
I motivi di questo divario, che raggiunge il suo massimo nel confronto con Zurigo, sono molteplici. Tra i fattori menzionati c’è il costo della vita che risulta inferiore in Ticino rispetto al resto della Svizzera. Questo potrebbe determinare un salario di lavoro più basso, provenendo dall’incontro tra domanda e offerta.
A questo si aggiunge l’importante presenza di manodopera frontaliera, che in Ticino rappresenta oltre un terzo degli occupati. Questo segmento, che gode di un costo della vita ancora inferiore rispetto a quello ticinese, eserciterebbe una pressione al ribasso sui salari dei residenti.
Il rapporto tra le tassazioni dell’attuale accordo fiscale sui frontalieri e il costo della vita più basso in Italia fa sì che un lavoratore che vive oltreconfine guadagni circa il 25% in meno in corrispondenza a un ticinese. Questo genera un ulteriore divario che grava non poco sulla media degli stipendi del nostro cantone.
Un’eccezione nel mercato del lavoro svizzero
Questi due fattori, oltre ad avere un impatto sulle dinamiche economiche che determinano l’incontro tra domanda e offerta, sono considerati anche quando si definiscono dei salari settoriali o aziendali a livello nazionale. Basta pensare alla presenza di stipendi differenziati per il Ticino in alcuni contratti collettivi come quello nazionale mantello per l’edilizia principale, che offre salari inferiori rispetto al resto della Confederazione. Questi aspetti portano, in modo più o meno diretto, a livelli salariali più bassi nella Svizzera italiana.
Un’ulteriore questione, spesso considerata per giustificare il divario del Ticino, con il resto del Paese riguarda la composizione del mercato del lavoro. Ad esempio, grazie alla vicinanza con l’Italia, la struttura economica attuale del cantone si fonda sulla presenza storica e sempre più consistente di manodopera straniera a basso costo. Anche in questo caso si tratta di una caratteristica specifica della nostra regione.
Le differenze tra settori economici
Analizzando le cifre per settore economico emergono altri riscontri interessanti. Tra le sezioni economiche, in cui si riscontrano le differenze salariali più importanti, spiccano le attività manifatturiere e quelle dei servizi di informazione e comunicazione: in entrambi i casi i lavoratori del resto del Paese percepiscono un salario superiore di quasi la metà rispetto agli attivi in Ticino. A parità di condizioni le percentuali calano, anche se rimangono alte, rispettivamente pari al 39,5% e al 41,5%.
Le sezioni nelle quali invece le divergenze sono notevolmente più basse sono le costruzioni (8,6%) e la sanità e assistenza sociale (8,3%). Questi risultati sono frutto da una parte della presenza di contratti collettivi che fissano dei livelli salariali a livello nazionale, e dall’altra di una penuria di manodopera che va quindi ricercata al di fuori del mercato del lavoro locale, portando a livelli salariali più elevati e omogenei.
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Cosa condiziona di più il divario salariale?
Lo studio del Cantone pone l’accento soprattutto sulle differenze salariali tra Ticino e il resto della Svizzera, dove i salari sono superiori di oltre il 20%. L’indagine ritiene, infine, che la diversa struttura del mercato del lavoro locale spieghi solo una minima parte del differenziale riscontrato.
In alcuni casi la differenza risulta più alta, in particolare distinguendo i salariati locali da quelli frontalieri: escludendo infatti i lavoratori provenienti da oltreconfine, la forbice salariale tra il nostro Cantone e le altre regioni risulta più ristretta. Inoltre, i residenti in Ticino ricoprono più frequentemente le posizioni meglio retribuite rispetto agli occupati con permesso G.
Proprio nella presenza storica di lavoratori frontalieri in Ticino, si può individuare la principale giustificazione per questo divario, che non sembra trovare altre spiegazioni rilevanti nella struttura. Di fatto il mercato del lavoro in Ticino, si è sviluppato nei decenni grazie alla possibilità di avere accesso a un’importante bacino di lavoratori stranieri a costo inferiore rispetto ai residenti. Questo, secondo le teorie economiche, non può che portare a livelli salariali più bassi.
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