Dall’ultimo studio dell’Ust è emerso che in Svizzera nel settore pubblico si attesta al 7% e nel privato al 7,8%.
Il divario salariale in Svizzera è ancora significativamente alto. Il Consiglio federale, nella sua seduta odierna, ha deciso di rafforza la Carta per la parità salariale, in adempimento di un postulato della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (Csec-n) con un catalogo di 18 misure.
Nella Confederazione, nonostante i datori di lavoro siano tenuti a rispettare il principio della parità salariale sancito da oltre 40 anni nella Costituzione, lo studio Rss 2020 dell’Ufficio federale di statistica ha evidenziato quanto ancora sia elevato. In media si conta una differenza del 7,8% nel settore privato e del 7% nel pubblico. Ciò significa che le donne, ogni mese, percepiscono uno stipendio inferiore di circa 717 franchi rispetto agli uomini, una situazione decisamente non spiegabile.
Tutti gli enti pubblici devono impegnarsi
Per il Consiglio federale è chiara soprattutto una questione. Gli enti pubblici devono avere un ruolo esemplare nella promozione della parità salariale, onorando la firma della Carta per la parità salariale nel settore pubblico, varata nel 2016. Finora è stata sottoscritta da 17 cantoni, da 128 comuni e dalla Confederazione, così come da 93 aziende parastatali e organizzazioni. Dal rapporto appena adottato, il Governo rileva un crescente dinamismo in relazione al tema della parità salariale, in particolare sulla scia della revisione della legge federale sulla parità dei sessi che, dal 2020, impone ai datori di lavoro con un organico di 100 o più dipendenti di eseguire un’analisi della parità salariale all’interno dell’azienda. Tra gli effetti positivi della revisione si constata, ad esempio, che cantoni, comuni e aziende parastatali hanno messo in campo una serie di misure esemplari per promuovere la parità salariale. Restano tuttavia margini di miglioramento nel numero di comuni e aziende parastatali che potrebbero sottoscrivere la Carta e nell’attuazione di misure concrete da parte dei firmatari.
Il commento di Travail.Suisse
«Questi provvedimenti dimostrano che il Consiglio federale è pienamente consapevole di ciò che manca nella legge sull’uguaglianza esistente. Mancano prescrizioni effettive e verificabili che comportino sanzioni in caso di inosservanza», spiega Thomas Bauer, responsabile dell’economia polizza presso Travail.Suisse.
In una nota l’ente del lavoro svizzero spiega che le misure fino ad ora adottate dal settore pubblico, nell’ambito della Carta per la parità retributiva, non sono state sufficienti e si augura che le nuove riescano a porre rimedio a questa situazione. “Il Consiglio federale sa molto bene di cosa soffre la legge sull’uguaglianza" e propone il suo progetto RESPECT8-3.CH, che consente l’adozione di sanzioni pubbliche.
Ripercorrono gli obiettivi della Carta per la parità retributiva per il settore pubblico, evidenziando che l’esecuzione di analisi salariali, la sensibilizzazione e l’informazione, non hanno dato frutti. Per Travaill.Suisse rappresenta un segno inequivocabile: nell’economia privata, dove i sistemi salariali sono spesso molto meno trasparenti, l’attuale legge sull’uguaglianza avrà scarso effetto. Per questo motivo Travail.Suisse con la piattaforma www.respect8-3.ch sostiene le aziende esemplari. Dal 1° luglio 2023 la piattaforma sarà integrata da aziende che non rispettano la legge sulla parità, che saranno denunciate pubblicamente in una lista nera.
Le misure proposte dal Cf
Tra le 18 misure proposte dall’Esecutivo, il Consiglio federale valuta la modifica della soglia di tolleranza al 5% nello strumento di analisi della parità salariale. Soglia che per Travail.Suisse ha creato un privilegio inspiegabile per le aziende, che consente una comunicazione abbellita e impedisce misure efficaci. Il Consiglio federale vuole ora considerare almeno un adeguamento di questa soglia di tolleranza. La direzione è giusta, ma una tabella di marcia ambiziosa sarebbe diversa
Per l’Esecutivo è inoltre necessario introdurre una piattaforma pubblica per seguire con regolarità l’andamento della situazione nelle aziende. E invita Confederazione, cantoni e comuni a collaborare maggiormente nel settore della parità salariale: per sostenerli, il Consiglio federale prevede di istituire un’apposita commissione composta di membri dei tre livelli istituzionali incaricata di coordinare le misure e garantire lo scambio di informazioni.
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