Dall’indagine realizzata dalla società di consulenza PwC è emerso che solo il 38% degli svizzeri riesce ad arrivare a fine mese.
Il secondo lavoro sta diventando una realtà sempre più presente. Secondo uno studio pubblicato dalla società di consulenza PwC denominato “Hopes and Fears”, solo il 38% dei lavoratori svizzeri riesce ad arrivare a fine mese, a fronte del 47% registrato lo scorso anno. La stessa indagine ha poi messo in evidenza che uno svizzero su quattro riesce a campare grazie a un secondo impiego, assunto per poter far quadrare i conti. Una realtà concreta per circa il 60% di chi ha più lavori.
Inoltre, la ricerca ha fatto emergere che solo un terzo dei dipendenti ritiene di essere pagato correttamente. I lavoratori svizzeri, inoltre, chiedono meno aumenti rispetto ai colleghi all’estero. Uno su tre, tuttavia, intende farlo per l’anno prossimo.
Lavoratori insoddisfatti
Complessivamente lo studio ha interpellato 1070 persone in Svizzera e 53’912 lavoratori di 46 Paesi diversi, e meno della metà raccomanderebbe il suo posto. Infatti, uno su quattro vorrebbe cambiare impiego nel 2024. Busta paga insufficiente, carico di lavoro eccessivo e problemi legati alla cultura aziendale sono le motivazioni più diffuse che spingono verso altre mete.
Il futuro è visto con incertezza dagli svizzeri che non sono soddisfatti del proprio datore di lavoro. Un terzo di loro non ha più fiducia nel loro capo e che mantenendo la strategia attuale non sopravviverà ai prossimi dieci anni, dato buona parte di loro non si impegna abbastanza per proteggere l’ambiente.
Chi ritiene che i loro superiori siano giusti, competenti, onesti e dotati di senso della comunicazione non raggiungono nemmeno il 50%.
Svizzera indietro sulle politiche sociali
Insomma, c’è ancora tanto da lavorare per creare un ambiente di lavoro gratificante. Diversificazione, integrazie e promozione delle donne in ruoli dirigenziali sono aspetti che sono ancora trascurati. E nonostante in alcuni contesti le acque si stiano smuovendo, la Svizzera è piuttosto indietro rispetto alle realtà straniere.
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AI non spaventa
Tra le altre questioni affrontate dal sondaggio, quello dell’intelligenza artificiale. I lavoratori sostengono possa avere un impatto positivo sul loro impiego: un terzo prevede un incremento della produttività e uno su cinque spera di acquisire nuove competenze utili. Solo una piccola quota, pari all’11%, teme che porterà a dei licenziamenti.
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