Il vicedirettore della Seco Eric Scheidegger esclude che siano introdotti sgravi o incentivi, neanche per far fronte alla crisi energetica: «Si sa da mesi, tempo per prepararsi ce n’era. E l’inflazione è bassa»
Ecco spiegato perché gli appelli sono rimasti finora inascoltati: a cominciare da quello relativo al prezzo della benzina, sempre più cara dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino e sempre pagata a prezzo pieno, nonostante le richieste al governo di adottare misure analoghe a quelle dell’Italia o comunque optare per aiuti qualsivoglia a cittadini e imprese. La Svizzera non ne ha bisogno: parola del capo economista Eric Scheidegger, che ha dichiarato apertamente lo stato di buona salute di una Confederzione che «non ha bisogno di aiuti economici».
Sgravi fiscali? «Non sono necessari»
Nemmeno per quanto riguarda l’energia e la crisi che sembra gravissima e imminente: nessun pacchetto di incentivi è in programma per alleviare le conseguenze che minacciano di essere severe. Niente sgravi fiscali: non sono «necessari né utili», ha dichiarato. E non è, dice, un’opinione personale: è un fatto, evidente nell’andamento dell’economia che si è mantenuta a livelli decorosi anche dopo la fine di febbraio, mentre altrove le difficoltà si ingigantivano.
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Inflazione al 3,4% e « in autunno scenderà»
Nell’intervista rilasciata alla SonntagsZeitung, il vicedirettore della Segreteria di Stato dell’economia, a capo della direzione della politica economica, ha spiegato come l’economia elvetica risenta molto meno degli incrementi dei prezzi, per diversi fattori. Il primo e più importante: l’inflazione molto bassa, pari al 3,4%, e che dovrebbe addirittura scendere, secondo le stime invece di salire come ci sia aspetta un po’ ovunque.
I problemi ci saranno, ma non così gravi
La Svizzera, detta in altri termini, è un’oasi felice, rispetto al resto del mondo che teme, a ragione, il prosieguo della storia. «Rispetto al 9 per cento negli Stati Uniti, viviamo su un’isola di beatitudine - ha continuato Scheidegger - Dall’autunno è probabile che l’inflazione scenda di nuovo». Questo non a significare che il Paese è un’anomalia positiva, ma che certo se la passa molto meglio. «Non sto dicendo che non avremo problemi, ma siamo in una posizione molto migliore».
La soluzione è rimboccarsi le maniche: da soli
Insomma, e per farla breve: date tali condizioni, e il largo anticipo con cui il possibile taglio dell’energia è stato annunciato, la Svizzera non ha da fare altro che rimboccarsi le maniche e ideare strategie di sopravvivenza, invece di piangere e chiedere supporto alla Confederazione; cosa tollerabile dinnanzi all’imprevisto, come fu il Coronavirus, ma non davanti a ciò che si aspetta da mesi.
Un occhio di riguardo per i redditi bassi
Quanto alle famiglie a basso reddito, che non possono essere così serene e rischiano di pagare un prezzo meno sostenibile, l’aiuto potrebbe essere previsto: ma mirato e non a pioggia. Un’idea potrebbe essere quella di ridurre temporaneamente i premi dell’assicurazione sanitaria, che annunciano incrementi pesanti, o adeguare l’assistenza sociale e le rendite Avs.
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