Edilizia e costruzioni in calo: andamento stagionale o reale? Nicola Bagnovini, SSIC Ticino: «Ora puntiamo sulle ristrutturazioni»

Chiara De Carli

24 Maggio 2023 - 12:50

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Il direttore della società degli impresari costruttori del Ticino, ci spiega come la situazione altamente instabile sta mettendo in difficoltà il settore.

Edilizia e costruzioni in calo: andamento stagionale o reale? Nicola Bagnovini, SSIC Ticino: «Ora puntiamo sulle ristrutturazioni»

Stando ai dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica a inizio settimana, nel primo trimestre 2023 la produzione nel settore secondario è aumentata del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e le cifre d’affari sono cresciute del 6,1%. Dal rapporto, tuttavia, emerge un dato più desolante per il settore dell’edilizia e delle costruzioni. Quest’ultimo è stato segnalato che in questo settore la produzione è scesa dell’1,4%, l’edilizia del 6% su base annua Non è stato risparmiato nemmeno il genio civile che ha segnato una flessione pari al 6,4%. Andamento reale o stagionale?
«Il calo dell’attività nell’edilizia e nel genio civile è reale e non corrisponde a fluttuazioni stagionali - ci spiega Nicola Bagnovini, direttore della società degli impresari costruttori del Ticino (SSIC TI) -. Questa contrazione è da ricondurre, a parer mio, alla forte incertezza economica internazionale, causata dal susseguirsi di fattori negativi come la pandemia, la guerra in Ucraina, le difficoltà di reperibilità e l’aumento dei prezzi di diversi materiali da costruzione e dei carburanti, il problema dell’approvvigionamento di elettricità con i conseguenti rincari, l’inflazione. Tutti elementi che hanno causato incertezza e prudenza negli investimenti pure tra i committenti pubblici come Confederazione, Cantoni e Comuni, che stanno ritardando o, in taluni casi, annullando investimenti nel genio civile per la gestione della rete viaria ferroviaria e stradale».

È una conseguenza dettata anche dall’aumento dei tassi di interesse?
«Il repentino aumento dei tassi ipotecari rappresenta certamente un elemento di disturbo per gli investitori, in particolare per i privati che hanno intenzione di costruire o di acquistare la propria abitazione. Così come l’aumento dei materiali, dell’energia (e pertanto dei trasporti) e dei salari hanno caricato ulteriormente i costi di produzione nella costruzione. Costi che vengono comunque calmierati da una concorrenza molto agguerrita tra le imprese e questo lo si riscontra dalla corsa al ribasso nelle offerte».

[L’investimento immobiliare è ancora conveniente?
«Nonostante tutto, è e rimarrà una buona opportunità, certamente più affidabile rispetto al ballerino mercato finanziario che ha vissuto un 2022 terribile. Anche i dati statistici relativi alle transazioni immobiliari confermano tale aspetto».

Con questa situazione il settore immobiliare rischia di rimanere caldo?
«Lo scorso anno, un po’ tutte le regioni della Svizzera hanno registrato dei cali piuttosto marcati del numero di abitazioni vuote. Il mercato immobiliare presenta ora percentuali di sfitto generalmente molto basse nel nostro Paese e dunque il settore rimane caldo, soprattutto nelle zone pregiate e per gli oggetti di qualità, dove per qualità intendo abitazioni che offrono i moderni standard abitativi, con un’attenzione particolare al risparmio energetico e all’uso di energia rinnovabile».

Per quanto riguarda il Ticino quali sono le previsioni?
«In Ticino il tasso di sfitto registrato il 1° giugno 2022 è stato del 2,5% con 6262 abitazioni vuote (755 in meno rispetto al 2021).Il nostro Cantone si trova al terz’ultimo posto in questa particolare graduatoria, che vede una media nazionale dell’1,3% di sfitto. Analizzando nel dettaglio il tipo di sfitto, si nota che buona parte riguarda oggetti datati e mai rinnovati. Ciò rappresenterà una forte spinta, per i prossimi anni, al settore edile, proprio in termini di rinnovamento del parco immobiliare e di costruzioni sostitutive ossia nuovi edifici con almeno le stesse dimensioni di quelli che vengono demoliti.
Cito solo un dato: nel 2021, in Ticino erano presenti 113’368 edifici abitativi, dei quali, ben il 54% sono stati realizzati prima del 1961!».

Come ha detto, in Ticino per ora di sfitti ce ne sono, ma la maggior parte sono vetusti e nessuno li vuole. Perché al momento gli incentivi da parte del Cantone non sono sufficienti per innescare questo trend?
«Le abitazioni vetuste, nonostante affitti più bassi, non sono interessanti neppure dal profilo economico visti i costi elevati mensili per le spese accessorie, in particolare per il riscaldamento. Gli incentivi al rinnovamento sono utili e senza dubbio apprezzati dai proprietari che, però, proprio per vedersi riconosciuti gli incentivi, devono soddisfare elevati standard edificatori, spesso onerosi. Quello che potrebbe ancora fare la politica è di proporre nuovi sgravi fiscali legati all’alloggio - penso ad esempio al valore locativo, molto penalizzante soprattutto per i pensionati che hanno fatto sacrifici per abbattere i loro debiti per la casa- oltre che ridurre la burocrazia, almeno per gli interventi poco invasivi.Occorre poi incentivare la costruzione sostitutiva a livello di norme edificatorie».

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