Lieve ripresa della moneta unica: il mercato attende un aumento dei tassi di interesse superiore alle attese.
L’euro si riporta sopra la parità con il dollaro, dopo un fine settimana in cui era pericolosamente sceso a 0,99. Una ripresa lievissima, ma comunque un segnale rilassante dopo le ansie del week end: intorno alle 20.40 di ieri sera, la moneta unica ha guadagnato lo 0,32% rispetto alla moneta americana, finendo per essere scambiata a 0,9998 dollari. Una soglia, quella dell’1,0, che all’alba di oggi ha avuto conferma.
La preoccupazione della Bce guida la risalita
Merito, a quanto pare, di una Bce pronta all’offensiva: vale a dire ad alzare i tassi di interesse anche in misura maggiore di quanto inizialmente supposto. Negli ultimi giorni, infatti, diversi funzionari della Bce hanno manifestato forte preoccupazione riguardo all’importante deprezzamento dell’euro e al relativo potenziale impatto negativo sull’inflazione. Olli Rehn, presidente della Banca Centrale Finlandese, ha dichiarato che il tasso di cambio è sotto lo sguardo attento dei funzionari della Bce e che esistono già idee precise sulle prossime mosse di politica monetaria.
Misure severe, ma «non c’è altra scelta»
Il consigliere direttivo Isabel Schnabel ha detto ieri che «anche se entriamo in una recessione, non abbiamo altra scelta che continuare il percorso di normalizzazione»; considerazioni che hanno aiutato l’euro a risollevarsi sul dollaro, forte della "promessa" di un’azione vigorosa da parte della Bce.
Si scommette su un +0,75%
Si attende dunque l’8 settembre, quando la Banca europea scoprirà le sue carte. Ma già adesso la quota di trader che scommettono su un aumento di 0,75 punti percentuali è in netto incremento. Sarebbe la prima volta nella storia che la Bce decide di adottare una misura così severa. Ma l’indice dei prezzi di agosto non lascia molte alternative.
Per la sterlina si attende lo 0,5%
In flessione anche la sterlina. Il mercato si attente un aumento di mezzo punto percentuale del tasso di interesse da parte della Bank of England nella prossima riunione del 15 settembre; una percentuale che riporterebbe la sterlina in vantaggio sia sul dollaro, sia sull’euro.
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