Fallimenti a maggio, rallenta la curva negativa iniziata nel 2022. Bene il Ticino. Questi i settori che soffrono di più

Redazione

19/06/2023

19/06/2023 - 14:39

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Il Canton Ticino registra un -16% sull’anno, migliore soltanto dopo Ginevra, dove la flessione dei fallimenti è stata del -31%.

Fallimenti a maggio, rallenta la curva negativa iniziata nel 2022. Bene il Ticino. Questi i settori che soffrono di più

Calano i fallimenti in Svizzera nel mese di maggio. Il numero delle aziende che hanno dovuto abbassare le saracinesche è risultato in flessione del 4% con 760 casi al mese. A confermarlo è l’ultimo rapporto pubblicato da Dun & Bradstreet.
Se si allarga l’analisi al periodo compreso dall’inizio dell’anno, ecco che sono 3.345 le procedure fallimentari attive, pari cioè a un +4 rispetto a quelle registrate nel medesimo periodo del 2022. In affanno, la zona dell’Espace Mittelland e il nord ovest del Paese. Il Canton Ticino registra un -16% sull’anno, dato molto positivo dopo quello registrato a Ginevra, dove la flessione dei fallimenti è stata del -31%.

2022 da dimenticare

Con il dato di maggio, gli esperti si chiedono se si stia fermando l’ondata di fallimenti che aveva afflitto tutto il 2022. Il fenomeno era stato particolarmente marcato nella regione di Zurigo (816 casi, +38%) e nella Svizzera centrale (546 casi, +25%). Con 975 casi, la regione del Lemano registra un aumento del 21% dei fallimenti. Nel 2022 il Ticino aveva registrato 300 casi, +17%, mentre la Svizzera nordoccidentale (536 casi, +11%) e la Svizzera orientale (472 casi, +10%).

I settori più a rischio

Secondo lo studio di consulenza Dun & Bradstreet i settori più a rischio nel 2022 sono stati quelli legati all’industria del legno e del mobile (4,42 volte superiore alla media), l’artigianato (3,32 volte), il settore alberghiero e la ristorazione (2,65 volte), l’edilizia (2,26 volte) e il trasporto via terra e logistica (2,26 volte). Al contrario, i settori più reattivi in termini di nuove iscrizioni sono stati le amministrazioni e gestori immobiliari (1,71 volte superiore alla media), la produzione di beni sostenibili (1,67 volte) e il commercio al dettaglio (1,58 volte)
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