Nonostante la pandemia in corso, occupazione e creazione di valore hanno toccato livelli molto interessanti. Ecco l’analisi dei sindacati.
Il 2021 è stato un anno caratterizzato dalla ripresa economica. L’occupazione e la creazione di valore hanno raggiunto alti livelli. Una tendenza che è andata di pari passo con l’aumento dei prezzi al consumo. Uno scenario nel quale i sindacati e le associazioni professionali hanno comunque dovuto affrontare varie trattative salariali.
La buona notizia
Dal 1° gennaio 2022 molti lavoratori si troveranno con una busta paga più pesante. La cattiva notizia, secondo i sindacati, è che questo non sarà sufficiente a colmare le situazioni di disparità rilevate nel 2021 a causa dell’aumento dell’inflazione.
Lo si comprende meglio esaminando i risultati delle trattative salariali gestite dai sindacati nel 2021. Gli accordi salariali sono significativamente migliori rispetto all’anno precedente, ma in considerazione della situazione emergono elementi diverse incongruità.
Se da un lato in alcuni settori ci sono salari che crescono più dell’inflazione (trasporti, logistica e amministrazione), dall’altro si rilevano realtà in cui il gap tra i due indicatori non viene colmato.
La buona notizia
Il settore sanitario è uno dei più penalizzati, caratterizzato da una politica di aumenti salariali individuali che continua a dominare il settore. Altro capitolo, quello dell’edilizia, che tra l’altro sta vivendo una brillante fase espansiva.
Indicizzazione automatica
Le performance salariali miste - sottolineano i sindacati - richiedono per il 2022 uno sforzo affinché ci sia un recupero del ritardo accumulato in molti settori. In poche parole, i prezzi in costante aumento devono essere equilibrati da una compensazione salariale per tutti i dipendenti.
Inoltre, aggiungono i sindacati, l’individualizzazione degli aumenti salariali deve essere fermata dato che ci sono ancora settori con salari minimi inferiori a 3.500 franchi.
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