Svizzera a corto di infermieri, il Cantone sfodera gli incentivi. Bianchi, DSS: si rivolgono a tutti i livelli formativi

Chiara De Carli

14/10/2022

17/10/2022 - 08:52

condividi
Facebook
twitter whatsapp

Un anno fa la popolazione si esprimeva a favore delle misure per migliorare le condizioni lavorative degli operatori sanitari. Syna chiede una mobilitazione per sensibilizzare la politica sulla situazione. In Ticino in tanto si provvede a degli incentivi per aumentare le strutture disponibili ad accogliere gli studenti in formazione.

Svizzera a corto di infermieri, il Cantone sfodera gli incentivi. Bianchi, DSS: si rivolgono a tutti i livelli formativi

Sono più di 300 gli infermieri che ogni mese in Svizzera lasciano la professione. Una situazione che peggiora lo status in cui versa il sistema sanitario costretto a fronteggiare sfide sempre più complesse. I dimissionari appartengono a tutti i segmenti: ospedale, casa anziani e cure domiciliari. Il rischio è che tra qualche anno, il rapporto infermiere-paziente, sia nettamente sbilanciato. Anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. A rimetterci gli stessi professionisti sanitari, costretti a far fronte a carichi di lavoro abnorme, e i pazienti a cui, una volta entrati in ospedale, potrebbe non essere garantita un’assistenza di alta qualità. Lo denuncia ancora una volta il sindacato Syna che a tal proposito invitano colleghi e popolazione a trovarsi a Berna il 26 novembre un anno esatto dopo aver votato «sì» all’iniziativa assistenziale. «Sono necessarie misure immediate fino alla completa attuazione dell’iniziativa infermieristica», scrive Syna nel comunicato diffuso giovedì.
Per Syna è importante intervenire prima di tutto sui salari, aumentandoli in modo significativi o riducendo l’orario di lavoro con salario continuato; indennità più elevate e crediti di tempo; più settimane di ferie; registrazione e compensazione effettiva dell’orario di lavoro e del tempo a disposizione del datore di lavoro (ad es. modifica dell’orario e del tempo di viaggio tra due incarichi di assistenza domiciliare); indennità aggiuntive per l’assistenza all’infanzia supplementare. Infine secondo Syna, ai professionisti della salute, tenuto conto dei rigori del lavoro durante tutta la vita lavorativa, spetterebbero modelli flessibili di prepensionamento.

Le mosse del Cantone

Intanto il Cantone Ticino si porta avanti e parte dalle basi. Il Consiglio di Stato ha infatti approvato il nuovo “Regolamento sull’obbligo formativo nel settore sanitario e sociosanitario”, che attraverso un adeguato sistema di incentivi permetterà di migliorare la formazione di professionisti attivi nell’ambito delle cure sanitarie da un punto di vista qualitativo e quantitativo, su un periodo di tre anni.
Un’azione che concretizza delle misure previste dal “Piano d’azione per il rafforzamento della formazione professionale nel settore sociosanitario (PRO SAN 2021-2024)”, agendo sul miglioramento qualitativo e quantitativo delle possibilità di stage per le professioni sanitarie attive nelle strutture ospedaliere, nelle case per anziani, nei servizi di soccorso pre-ospedaliero e nei servizi di cura e assistenza a domicilio.
Il regolamento, si fonda sui presupposti del cosiddetto modello bernese basato sul sistema «bonus malus» e che prevede «incentivi e penalizzazioni per le strutture sociosanitarie che accolgono studenti durante gli stage formativi, che rappresentano un tassello molto importante per la loro formazione - ha spiegato il direttore della Divisione della salute pubblica del DSS, Paolo Bianchi -. Nel Canton Berna questo modello è usato ormai da diversi anni ed è una delle misure che verrà attuata anche a livello federale nell’ambito della concretizzazione dell’iniziativa per cure infermieristiche forti, accolta in votazione popolare».

Da cosa dipende il bonus/malus?

«Il parametro di partenza sono gli operatori sociosanitari attivi nelle diverse strutture. Sulla base di coefficienti, a seconda delle diverse professioni, il personale sanitario impiegato determina un potenziale formativo che le strutture dovrebbero raggiungere. Chi lo ottiene e lo oltrepassa riceve un bonus finanziario mentre chi si situa al di sotto di questo obiettivo formativo versa un indennizzo.
Vale per le strutture sanitarie come ospedali e cliniche, ma anche per le case per anziani e i servizi di assistenza e cura al domicilio. Dunque tutti gli enti che accolgono in formazione gli studenti. Non stiamo parlando solo di formazione infermieristica ma anche degli altri livelli scolastici, a partire dalla formazione professionale di base (che include ad esempio gli operatori sociosanitari o gli studenti che conseguono la maturità specializzata sanitaria), così come delle altre professioni (soccorritori, tecnici di sala operatoria o fisioterapisti,…)».

In questo modo non c’è il rischio che il rischio arrivare in strutture che a livello qualitativo sono più mediocri rispetto ad altre?

«Il sistema studiato prevede l’esistenza di determinati requisiti e richiede responsabilità e sensibilità da parte delle strutture che intendono accogliere studenti durante il periodo di formazione. Il sistema presuppone comunque l’adesione convinta delle strutture. C’è attenzione e consapevolezza».

Quale effetto che si intende ottenere?

«Il mercato del lavoro nel settore sociosanitario è confrontato con una richiesta molto elevata e un’offerta nettamente inferiore. Dunque accogliere gli studenti durante gli stage permette anche a una struttura di rendersi attrattiva e agganciare così un possibile futuro collaboratore».

Iscriviti alla newsletter