I prezzi alla produzione e all’importazione sono cresciuti dello 0,2% rispetto ad agosto.
Sale, seppur di poco, l’indice dei prezzi alla produzione e all’importazione a settembre. Dai dati diffusi questa mattina dall’Ufficio federale di statistica (Ust) il mese scorso sono aumentati dello 0,2% rispetto ad agosto, portandosi a quota 109,8 punti, a fronte dei 100 punti segnati a dicembre 2020.
L’Ust segnala che a distinguersi tra i rincari vi sono stati i prezzi di petrolio greggio e gas naturale, come pure i prodotti agricoli. Mentre hanno mostrano una contrazione i prezzi dei prodotti petroliferi. E su base annua, il livello dei prezzi dell’offerta totale dei prodotti indigeni e importati è aumentato del 5,4%.
Prezzi alla produzione
Le cause degli aumenti rispetto ad agosto, per l’indice dei prezzi alla produzione, sono da ricondurre al rialzo dei prezzi di acciaio (+10,7%), latte crudo (+5,2%), latticini (+1,5%), ortaggi e patate (+7,9%). In diminuzione i prezzi di prodotti in alluminio (-3,5%), rottami di ferro (-2,9%) e prodotti petroliferi (-1,8%).
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Prezzi all’importazione
Per quanto riguarda l’indice dei prezzi all’importazione, su base mensile, sono stati registrati prezzi più alti soprattutto carbone (+32,5%), petrolio e gas naturale (+6,9%). Così come sono stati riscontrati prezzi particolarmente più alti per computer (+3,5%), olio da riscaldamento (3,3%), autoveicoli e parti per autoveicoli (0,6%), caffè verde (+9%) e abbigliamento (0,7%). Al contrario, sono diminuiti i prezzi dei carburanti (-3,7%), metalli e semilavorati in metallo (-0,9%) nonché delle calzature (-2,1%).
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