Le misure adottate da Helsinn - sostengono i sindacati - fanno emergere un dato inconfutabile: senza una dimensione collettiva della trattativa non c’è vera consultazione!
Helsinn - nota società farmaceutica con sede a Lugano - nel 2022 aveva dato seguito ad un processo di ristrutturazione aziendale. A settembre di questo anno la direzione ha previsto un ulteriore piano di ridimensionamento e, nel rispetto delle procedure legali, ha avviato l’iter di comunicazione, consultazione del personale ed informazione della Sezione del lavoro.
La posizione dei sindacati
"Allora come oggi erano stati preannunciati una sessantina di esuberi - commenta in una nota Paolo Coppi, vicesegretario regionale del Luganese di OCST - ed allora come oggi l’impatto effettivo è stato alla fine mitigato: l’azienda ha comunque proceduto a notificare una quarantina di disdette nel 2022 e ad altrettante nel 2023. Alle persone in uscita -prosegue Coppi - sono state concesse indennità ulteriori rispetto a quanto previsto in caso di disdetta e la possibilità di beneficiare di un servizio di outplacement. In altre parole è stato attuato quello che sin dall’inizio OCST chiedeva: un piano sociale".
Le difficoltà
"Certo - aggiunge il vicesegretario regionale -, rimane l’amarezza per la perdita d’impiego subita da diversi collaboratori, sebbene si possa guardare con un certo ottimismo l’attuale mercato del lavoro nel settore farmaceutico ed il possibile riassorbimento di parte del personale coinvolto. Tuttavia questa ristrutturazione manifesta ancora una volta la difficoltà ad affrontare, in caso di crisi aziendali, la dimensione collettiva e quindi, la pretesa a voler gestire individualmente ogni negoziazione".
Conclusioni
Nella nota, il portavoce di OCST sottolinea un altro aspetto: "La nostra “ostinazione” non è di natura ideologica, ma al contrario è una constatazione molto concreta. Il caso Helsinn fa emergere una leggerezza nella procedura prevista in caso di licenziamento collettivo. In assenza di una rappresentanza del personale, il confronto tra datore di lavoro e singolo collaboratore è tremendamente sbilanciato a favore dell’impresa".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter