Mentre in Canton Ticino il numero di frontalieri continua a salire, dall’altra parte del confine gli imprenditori lamentano mancanza di forza lavoro.
Tra Canton Ticino e lavoratori frontalieri il dibattito è sempre acceso. Se negli anni la voce grossa l’hanno sempre fatta gli svizzeri accusando i lavoratori per lo più italiani non solo di rubare il lavoro, ma anche di abbassare il tenore di vita degli abitati a causa della concorrenza salariale, ora si fa sentire anche quella dei paesi confinanti. Sì perché al di là della frontiera accusano della mancanza di forza lavoro e gli imprenditori, a questo giro, iniziano a puntare il dito verso chi gli ruba potenziali collaboratori.
Necessario un confronto
Un equilibrio certo non facile da trovare secondo Christian Vitta, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia. «Dal lato italiano c’è la preoccupazione sulla mancanza di forza lavoro, sul fronte svizzero, al contrario, l’offerta di forza lavoro è elevata e fa pressione sui salari dei residenti.
Dobbiamo partire da questa preoccupazione comune per capire quali accorgimenti possono essere presi da un lato per salvaguardare i salari in Svizzera e dall’altra parte mantenere una certa forza lavoro sul territorio di confine»
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