Le richieste avanzate dagli impresari edili non piacciono a sindacati e a operai che da qui a dicembre, quando verrà sottoscritto il nuovo Contratto nazionale mantello, scenderanno in strada per dire la loro, in tutta la Svizzera.
Circa 2.500 lavoratori edili provenienti da tutto il Ticino hanno manifestato lunedì mattina a Bellinzona per ottenere miglioramenti nel Contratto nazionale mantello (CNM). Sostenuti dai sindacati Unia e Syna, accusano la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC) di pretendere cambiamenti troppo radicali.
Le richieste degli impresari
I due sindacati hanno affermato che la SSIC sta ignorando le richieste dei lavoratori. I datori di lavoro infatti garantirebbero un aumento salariale solo in cambio di un peggioramento delle condizioni di lavoro. I lavoratori edili non sono tuttavia disposti a mettere a rischio la loro salute e a sacrificare la loro vita privata a causa della pressione delle scadenze e dell’aumento dei costi.
In Svizzera, in questo periodo sono in corso molti lavori di costruzione. Le giornate lavorative sono lunghe e usuranti, soprattutto in estate, a causa della pressione delle scadenze. Gli impresari chiedono dunque l’abolizione di tutte le norme sull’orario di lavoro previste dal contratto collettivo. Rimane nel loro interesse infatti aumentare le ore di lavoro durante la stagione estiva, arrivando fino a 12 ore giornaliere e 58 ore settimanali, per poi eventualmente ridurle a proprio piacimento durante l’inverno, proponendo ai dipendenti di lavorare addirittura soltanto a chiamata.
Inoltre, i rappresentanti della SSIC starebbero spingendo per far rientrare i lavoratori edili più anziani all’interno delle categorie salariali più basse, ricevendo periodi di preavviso più brevi. Questo dimostra «quanto siano spregiudicate le richieste dei costruttori», scrivono Unia e Syna. I sindacati hanno in programma varie giornate di protesta in tutta la Svizzera nel corso del mese di novembre.
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Prevista una serie di scioperi
L’attuale accordo del Contratto nazionale mantello scade il 31 dicembre. L’ennesimo round di negoziati tra le parti sociali è previsto per venerdì.
Secondo le informazioni precedenti, la SSIC chiederà inequivocabilmente ai sindacati di astenersi dalle azioni sindacali. In questo contesto, in una votazione a livello nazionale, più di 20mila lavoratori edili, ovvero il 92% dei votanti, hanno votato a favore dello sciopero. La manifestazione di questa mattina a Bellinzona, alla quale hanno partecipato circa 2.500 lavoratori, sarà quindi solo l’inizio di una lunga serie di eventi simili che proseguiranno in tutta la Svizzera.
Questo clima di scioperi e proteste rispecchia il momento buio che il mondo del lavoro edile svizzero sta vivendo. Le condizioni a cui sono soggetti gli impiegati sono sempre più dure, tra orari interminabili e incostanti e salari non adattati al caro vita. Bisognerà vedere se le manifestazioni e le iniziative dei sindacati porteranno effettivamente a dei negoziati più vantaggiosi tra operai e SSIC.
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