Secondo lo studio dell’Ust, le donne lavorano prevalentemente a tempo parziale. E anche nel 2020, si conferma un divario salariale tra lavoratori e lavoratrici del 10,8%
Il mercato del lavoro in svizzera gode di buona salute. È quanto emerge dallo studio pubblicato oggi dall’Ufficio federale di statistica, in cui viene fatto il punto della situazione rispetto all’andamento registrato nel periodo tra il 2016 e il 2021.
Dopo un 2020 segnato dalla pandemia di COVID-19, nel 2021 la situazione è migliorata. Tra il quarto trimestre del 2020 e il quarto trimestre del 2021 sia il numero di persone disoccupate ai sensi dell’ILO (Ufficio internazionale del lavoro) che quello delle persone in regime di lavoro ridotto sono calati, mentre il numero dei posti liberi è cresciuto. Tra il quarto trimestre 2016 e il quarto trimestre 2021, il numero di persone occupate in Svizzera è aumentato. Nello stesso periodo, nonostante una maggiore progressione registrata durante la crisi pandemica, il tasso di disoccupazione secondo l’ILO e quello di persone disoccupate iscritte presso un Ufficio regionale di collocamento (URC) sono leggermente diminuiti. Ripresa della congiuntura dopo un crollo storico pre pandmia, la crescita dell’attività economica svizzera era rimasta relativamente stabile (+0,5% in media trimestrale tra i quarti trimestri del 2016 e del 2019). Nel 2020 la pandemia ha segnato un crollo storico della crescita economica, facendo ridurre il PIL del 6,1% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente. Nel terzo trimestre l’economia si è ripresa (+6,3%), per poi leggermente indebolirsi di nuovo sia nel quarto trimestre del 2020 che nel primo del 2021 (–0,1% in entrambi i casi). L’economia svizzera ha quindi ripreso a crescere nel secondo trimestre del 2021 (+1,3% in media trimestrale).
Impieghi
Secondo la statistica delle persone occupate (SPO), basata su un’indagine svolta presso le persone attive (rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera, RIFOS), tra il quarto trimestre del 2016 e il quarto trimestre del 2021 il numero delle persone occupate è aumentato del 3,3%, passando da 5 milioni a 5,2 milioni di persone. La statistica dell’impiego (STATIMP), basata invece su un’indagine svolta presso le imprese dei settori secondario e terziario, presentava un aumento del 6,0% del numero di impieghi, passato da 4,9 a 5,2milioni. L’aumento è però riconducibile principalmente alla crescita registrata sino a fine 2019. Tra i quarti trimestri del 2020 e del 2021 sono aumentati sia il numero di persone occupate che quello di impieghi (rispettivamente dell’1,1 e dell’1,9%).
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Disoccupazione in calo
Secondo l’ILO, tenuto conto delle persone in cerca di impiego che non sono iscritte a Ufficio regionale di collocamento (URC) il tasso di disoccupazione è leggermente diminuito, passando dal 4,6 al 4,4% e il tasso di persone disoccupate iscritte presso un URC ha registrato una netta diminuzione, passando dal 3,5 al 2,6%.
Alla fine del 2020, è diminuito anche il numero di persone che lavoravano con orario ridotto a 380 000, mentre alla fine del 2021 erano solo 58 000.
Scendono i salari
Nel 2021, i salari nominali sono diminuiti in media dello 0,2% rispetto all’anno precedente. In termini reali, con un’inflazione dello 0,6% nel 2021, il potere d’acquisto dei salari nell’intera economia è diminuito dello 0,8% dopo essere aumentato nel corso degli ultimi anni (+0,5% nel 2019 e +1,5% nel 2020). Il potere d’acquisto dei salari è quindi calato per la quindicesima volta dalla creazione dell’indice svizzero dei salari nel 1942. Negli ultimi cinque anni (dal 2017 al 2021) il ritmo annuo medio della progressione dei salari reali è stato, per l’insieme delle persone salariate, dello 0,1%. Durante questo lasso di tempo, i salari degli uomini sono rimasti stabili, mentre quelli delle donne sono aumentati dello 0,3%. La progressione più marcata dell’indice dei salari delle donne rientra in una tendenza a lungo termine. I salari delle donne si sono avvicinati a quelli degli uomini (divario del 23,7% nel 1994 contro il 10,8% nel 2020 sulla mediana dei salari), ma la disparità salariale tra i sessi permane ancora oggi.
Cresce l’occupazione femminile
Nel 2021, le donne continuano a lavorare più spesso a tempo parziale rispetto agli uomini (il 58,1% delle donne contro il 18,1% degli uomini). I tassi di disoccupazione ai sensi dell’ILO degli uomini e delle donne si sono contratti sino al primo trimestre del 2020, ma sono poi tornati a salire sensibilmente fino al terzo trimestre del 2021, mantenendosi stabili nel raffronto sull’arco di cinque anni per gli uomini (4,4%) e scendendo invece di 0,3 punti percentuali per le donne (4,5%).
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