Meno disoccupati, ma cresce il part-time: in Ticino corre ancora, ma è più lento

Sara Bracchetti

20 Dicembre 2023 - 13:18

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I dati del mercato del lavoro relativi al terzo trimestre confermano il dinamismo dell’economia. Bene il settore dei servizi, si conferma una carenza di manodopera.

Meno disoccupati, ma cresce il part-time: in Ticino corre ancora, ma è più lento

Nel terzo trimestre del 2023, il mercato del lavoro ticinese registra ancora risultati positivi rispetto a un anno fa, tanto che la disoccupazione cala e torna sui livelli precedenti al 2020. Si evidenzia però in maniera evidente il rallentamento in termini di impieghi e occupazione. Risultati che si complicano approfondendo l’analisi: la stabilità dei residenti si contrappone all’aumento dei frontalieri; mentre la crescita degli impieghi a tempo parziale non compensa la contrazione di quelli a tempo pieno, di conseguenza gli impieghi convertiti in equivalenti al tempo pieno sono in calo.

La crescita del settore terziario

Questo rallentamento si inserisce in dinamiche di lungo periodo che portano verso il settore terziario. Dietro però si nasconde un importante dinamismo di tutta l’economia, con attività che stanno crescendo o diminuendo indipendentemente dagli ambiti di appartenenza. La trasformazione dell’economia ha implicazioni significative per la società; ad esempio, la carenza di manodopera è strettamente dipendente dalle competenze richieste dall’economia in continua evoluzione.

Frontalieri in continuo aumento

Nel terzo trimestre del 2023 gli occupati attivi sono stati circa 246mila, risultato simile allo stesso periodo del 2022 (-184). Si osserva quindi un primo segnale di rallentamento dopo la crescita iniziata nel 2021 che ha portato l’occupazione a superare i livelli registrati anche prima della pandemia (+5.328 unità; +2,2% rispetto al 2018). L’andamento risulta diverso se si osservano distintamente gli occupati residenti e i frontalieri. Il numero dei residenti nell’ultimo anno è rimasto stazionario (-71 unità; 0,0%), frena così il trend in calo dell’ultimo quinquennio (-2.579 unità; -1,5%). Diversamente, il numero dei frontalieri è in costante aumento: di 2.209 unità (+2,9%) in un anno e di 11.409 individui (+16,7%) negli ultimi cinque anni.

Oltre diecimila disoccupati

Nel terzo trimestre 2023 si contano in Ticino oltre 11.000 persone disoccupate, un livello più basso di oltre 780 individui rispetto all’anno precedente. Si conferma quindi la recente tendenza al ribasso, con il tasso di disoccupazione cantonale che diminuisce ulteriormente di 0,4 punti percentuali in dodici mesi, arrivando al 6,2% del terzo trimestre 2023. Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione nazionale è rimasto sostanzialmente fermo (-0,1 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2022) attestandosi al 4,2%, comunque 2 punti percentuali sotto a quello cantonale.

Sempre più persone inattive

Per completare il quadro della situazione sul mercato del lavoro si osserva inoltre la popolazione inattiva. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nel terzo trimestre 2023 le persone inattive sono cresciute di oltre 2.800 individui (+2,2%), raggiungendo quasi quota 130.500. Questo risultato è in linea con l’andamento degli ultimi cinque anni, durante i quali il numero di inattivi è aumentato del 6,3%. La crescita costante della popolazione inattiva si traduce in un tasso d’attività standardizzato in calo, in particolare negli ultimi cinque anni, e pari al 57,7% nel terzo trimestre del 2023.

Crescono gli impieghi

Per quanto riguarda i posti di lavoro, l’ultimo trimestre registra oltre 243.500 impieghi, in crescita di 901 unità rispetto a un anno fa (+0,4%). Come per l’occupazione si registra un rallentamento rispetto all’andamento del lungo periodo, solo negli ultimi cinque anni i posti di lavoro in Ticino sono aumentati di 15.831 unità (+7,0%). Nonostante questa dinamica, l’aumento degli impieghi registrato nell’ultimo anno si traduce in un calo di posti liberi, che corrispondono ora allo 0,7% dei posti di lavoro, ulteriore sintomo del rallentamento in atto. Il rallentamento diventa una contrazione in termini di equivalenti a tempo pieno (ETP): nell’ultimo anno sono andati persi 1.188 impieghi ETP (-0,6%), che invece erano in aumento nel lungo periodo (+9.449 ETP rispetto a soli 5 anni prima; +5,0%). Risultato spiegato dall’andamento distinto dei tempi parziali – in aumento sia nel breve che lungo periodo (+3,5% rispetto al 2022 e + 20,4% rispetto al 2018) – e dei tempi pieni – in calo nel breve periodo e stagnanti nel lungo (-1,3% dal 2022 e +0.6% dal 2018).

In calo lievissimo il settore secondario

Questo andamento di breve periodo si inserisce in un mercato del lavoro in costante cambiamento e, come la maggior parte delle “economie sviluppate”, sempre più orientato al settore terziario. Il cambiamento della domanda, l’evoluzione demografica, le nuove tecnologie e una serie di altri fattori portano aziende e individui ad aver bisogno di maggiori servizi. Solo nell’ultimo decennio in Ticino si è verificata una marcata crescita nel settore terziario (+16,6%) raggiungendo quasi l’80% dei posti di lavoro. Contrariamente il settore secondario ha mostrato una stabilità, con una variazione minima (-0,1%) nei posti di lavoro .

Le contraddizioni di un quadro stabile

Il risultato di stabilità complessiva nasconde una contrazione nell’edilizia principale a favore di quella accessoria, oppure la crescita dell’industria farmaceutica si contrappone alla diminuzione nella fabbricazione di apparecchiature elettriche. Anche la crescita costante del settore dei servizi nasconde dinamiche eterogenee nei suoi sottocomparti. Rami come l’informatica, i servizi sanitari e l’assistenza sociale stanno registrando un aumento occupazionale, mentre attività come i servizi finanziari e delle comunicazioni stanno diminuendo. Questa breve panoramica evidenzia la grande eterogeneità e dinamicità del mercato del lavoro. Le recenti trasformazioni, inclusi i cambiamenti tecnologici, l’evoluzione demografica e altri trend globali, ridefiniscono la domanda e l’offerta di beni e servizi e, di conseguenza, anche il panorama economico richiede un continuo adattamento. I trend appena accennati rappresentano elementi chiave che sarà fondamentale continuare a monitorare.

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