Dall’inizio dell’anno, i prezzi dell’oro sono stati scambiati in un intervallo ristretto compreso tra 1.780 e 1.830 USD l’oncia.
Il range ristretto riflette il modesto indebolimento del dollaro USA dall’inizio dell’anno e le ampie oscillazioni al ribasso del mercato azionario.
In particolare, il catalizzatore di questa debolezza del mercato è stato l’aumento dei tassi di interesse sia a breve che a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti. Qui, i rendimenti a due anni sono saliti sopra l’1% e quelli a dieci anni a livelli di circa l’1,85%, la percentuale più alta negli ultimi due anni.
Tuttavia, l’oro è stato scambiato abbastanza fortemente sui mercati e ciò deriva principalmente dal ribilanciamento dell’indice delle materie prime, che solitamente inizia a gennaio.
Le previsioni
Normalmente, una politica monetaria più restrittiva è una cattiva notizia per l’oro: tassi di interesse nominali e reali più elevati tendono a ridurne l’attrattiva in quanto si tratta di un’attività non redditizia. Tuttavia, l’oro ha retto bene finora, perché l’inflazione è stata ostinatamente alta, come evidenziano sia i dati della Svizzera che i livelli record raggiunti dalla vicina Germania.
Tuttavia, l’inflazione dovrebbe iniziare a scendere dal secondo trimestre 2022 in poi, il che significa che i tassi reali inizieranno a salire. Questa non è una prospettiva positiva per l’oro e gli investitori dovranno tenere d’occhio questo fattore.
ETF e mercato dei futures
Gli investitori continuano a mantenere un’ampia posizione lunga sull’oro, sia negli ETF che nel mercato dei futures.
Nello specifico, le partecipazioni in ETF sono aumentate dai livelli pre-pandemia di circa 7 trilioni di USD a circa 9,7 trilioni di USD ora, suggerendo che gli investitori potrebbero riallocare i portafogli lontano dall’oro una volta che le prospettive per i tassi e l’inflazione saranno più chiare.
Se questo dovesse manifestarsi, comporterebbe un chiaro rischio al ribasso per l’oro, probabilmente a livelli di circa 1.700 dollari l’oncia.
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