Frontalieri tassati per sbaglio in Italia: tutta colpa di un baco della geografia

Sara Bracchetti

28 Agosto 2023 - 10:18

condividi
Facebook
twitter whatsapp

A sorpresa sei comuni rientrano nella fascia di confine entro i 20 km, distanza che concede ai lavoratori italiani oltrefrontiera di versare le tasse solo in Svizzera: finora li si pensava invece più lontani.

Frontalieri tassati per sbaglio in Italia: tutta colpa di un baco della geografia

Il merito, o colpa che si voglia intendere, è di Misinto. Che, nella revisione geografica avviata qualche mese fa e oggi conclusa con una conferma dei sospetti, si è portato dietro anche Lazzate, Cogliate, Barlassina, Lentate sul Seveso e Meda. Sei comuni della Brianza, che rispetto ad altri della Lombardia hanno una relazione particolare con il Canton Ticino: si trovano a meno di venti chilometri dal confine, il che vuol dire un ristorno delle tasse dalla Svizzera all’Italia per i residenti frontalieri. Solo che, fino a qualche giorno fa, nessuno lo sapeva.

L’iniziativa di Misinto

Anni di tasse pagate invece (più care) all’Italia, e di importi (più modesti) che avrebbero dovuto entrare nelle casse elvetiche e rigirati poi in parte ai comuni di residenza. Il tutto a causa di un errore geografico per gran tempo ignorato e al quale il sindaco di Misinto Matteo Piuri, sollecitato da un cittadino, ha provato - con successo - a porre rimedio.

Il riesame a Firenze

Il riesame delle distanze ha coinvolto l’Istituto Geografico Militare di Firenze, che dopo una serie di misurazioni ha dissipato i dubbi: Misinto è effettivamente un comune di confine che rientra negli accordi "speciali" stipulati tra i due Paesi contro la doppia imposizione fiscale.

L’istanza al Ministero

Non una sorpresa, per chi ha posto il quesito convinto di essere nel giusto; piuttosto, non ci si aspettava che a venire coinvolti nella revisione fossero ben altri cinque comuni, anche piuttosto grandini. Secondo quanto scrive Monza Today, sarebbe già stata presentata al Ministero dell’Economia e delle Finanze e all’Agenzia delle Entrate in Italia la richiesta di nuovo status, favorevole agli attuali frontalieri. Un po’ meno ai nuovi, che dovessero cominciare a lavorare in Svizzera il prossimo anno, dopo l’entrata in vigore del nuovo accordo.

Che succede adesso?

Ma non è al futuro, in questo momento, che viene da guardare; è al passato. La scoperta avrà degli influssi su quanto è accaduto di errato finora? Una domanda alla quale si potrà provare a rispondere, però, dopo aver raggiunto l’ufficialità di quello che, al momento, è solo un numero.

Argomenti

# Italia

Iscriviti alla newsletter