La Posta è uno dei principali datori di lavoro in Svizzera e impiega 54’000 tra collaboratrici e collaboratori di 142 nazionalità in più di 100 professioni.
L’equità salariale tra uomini e donne è uno dei principali obiettivi di molte imprese.
Inclusa la Posta, che verifica regolarmente questa voce all’interno delle realtà aziendali che controlla. Ed è proprio in una delle più recenti analisi svolte al proprio interno, che la Posta ha appurato di aver raggiunto un buon livello di equilibrio nelle nove società del gruppo. Solo per una si dovranno adottare delle misure correttive.
Parità salariale: cos’è?
Garantire la parità di retribuzione per la medesima attività professionale è uno dei concetti cardine del diritto del lavoro, che non contempla differenze di salario, specialmente se alla base di questo gap ci sono differenze di genere, di nazionalità, di religione e altro ancora.
La Posta: 54mila collaboratori
La Posta è uno dei principali datori di lavoro in Svizzera e impiega 54’000 tra collaboratrici e collaboratori di 142 nazionalità in più di 100 professioni. Il personale appartiene a diverse generazioni e si caratterizza per molteplici talenti, esperienze ed esigenze lavorative.
Tutte le collaboratrici e tutti i collaboratori hanno diritto a condizioni di lavoro eque e, secondo la Costituzione federale, allo stesso salario per lo svolgimento di mansioni equivalenti. Per questo motivo, da oltre 12 anni la Posta si impegna per la parità salariale e nel 2019 ha sottoscritto la «Carta per la parità salariale nel settore pubblico». Al fine di poter riconoscere, monitorare costantemente e correggere gli eventuali divari salariali, la Posta effettua ogni anno un’analisi della parità salariale.
La situazione nel 2021
L’analisi della parità salariale del 2021 è stata eseguita per la prima volta seguendo le nuove direttive contenute nella revisione della Legge federale sulla parità dei sessi. L’analisi riguarda le nove le società del gruppo con più di 100 collaboratrici e collaboratori. Per l’analisi la Posta si è avvalsa di «Logib», il tool di analisi standard della Confederazione, e ha affidato lo svolgimento dell’audit a Mazars, azienda certificata. La ricerca si è basata sui dati salariali di ottobre 2020 messi a disposizione dalla Posta per le analisi.
Risultati confortanti
I risultati hanno tenuto conto di caratteristiche concernenti le persone e il posto di lavoro, tra cui anni di servizio, formazione o posizione professionale. Nel dettaglio essi evidenziano che 8 delle 9 società del gruppo presentano valori da buoni a ottimi. In 8 società le differenze di salario "non giustificabili" si trovano all’interno della soglia di tolleranza del 5% definita dalla Confederazione. Solo Posta Immobili Management e Servizi SA (IMS) l’analisi ha rilevato un divario salariale dell’8,9%. Nelle prossime settimane questa differenza di salario sarà analizzata nel dettaglio e saranno intraprese delle misure correttive.
Migliorare ancora
Nonostante il risultato complessivo positivo, la Posta desidera migliorare ulteriormente le proprie performance. Nel nuovo contratto collettivo di lavoro è stata definita in modo il tema della parità di trattamento. Così facendo l’azienda parastatale sottolinea la volontà di pagare lo stesso salario per mansioni equivalenti.
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