Interpellanza al Consiglio per sospendere Iva e accise, che incidono per quasi la metà del prezzo: è la proposta dell’Associazione svizzera dei trasporti stradali, preoccupata per le sorti delle piccole imprese.
L’aumento vertiginoso dei prezzi di diesel e benzina adesso fa davvero paura. Il caos generale, dettato dagli incrementi imprevedibili e rapidi dei prezzi alle pompe di benzina, mette in allarme non solo i cittadini ma anche le aziende che si occupano di logistica, per le quali il carburante è risorsa fondamentale, materia prima indispensabile per garantire i propri servizi. E se in questi giorni recarsi alle stazioni di servizio mette i brividi al sol pensiero, presto l’aumento a cui le aziende saranno costrette a far fronte si rifletterà anche nel prezzo finale di beni primari.
L’andamento dei prezzi del rifornimento è sotto gli occhi di tutti. Nel giro di due settimane il diesel ha sfondato il tetto dei 2 franchi e 30 centesimi al litro (oggi a 2,35); per l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (Astag) è diventato urgente chiedere alla Confederazione un aiuto indiretto che preveda la sospensione temporanea di Iva e accise sul carburante, che su diesel e benzina incidono quasi per il 50% sul costo finale. Con queste premesse, a preoccupare di più sono le ricadute su «piccole e medie imprese – spiega Adriano Sala, presidente di Astag Canton Ticino – che non riescono a integrare l’aumento del costo del carburante sul cliente finale. Questo mette a rischio il loro cash flow aziendale».
Presidente, che cosa sta succedendo?
«Quello che notiamo è un aumento esponenziale del prezzo del carburante che si è registrato negli ultimi 10 giorni. Questo sta portando evidentemente alla necessità di un’azione da parte delle aziende di trasporto sia per un adeguamento del prezzo immediato, sia per un tentativo di intervento da parte della Confederazione per calmierare i costi».
Ci sono rischi che il trasporto su gomma si fermi?
«Lo scenario più plausibile è un aumento dei prezzi dei beni finali. Per il momento non prevediamo che il servizio venga compromesso».
Come stanno reagendo le aziende?
«La nostra associazione sta mettendo a disposizione un tool per permettere un adeguamento immediato delle tariffe di trasporto rispetto all’aumento del carburante. Stiamo parlando di un’incidenza sui costi del 2% sul prezzo finale del trasporto, che è tantissimo».
Qual è il costo medio del trasporto pesante al km?
«Il prezzo per un camion da 40 tonnellate è di circa 100 franchi all’ora solo per autista e mezzo. Il gasolio è escluso. Ad esempio, se prendiamo in considerazione un trasporto da Lugano verso la Polonia, con un percorso di 3’200 km andata-ritorno, le ore di guida stimate sono circa 40 a cui vanno sommate 20 ore tra carico, scarico e dogane. Con un prezzo del diesel a 2,36 franchi al litro questo servizio ammonta ad una cifra compresa tra 8’000-8’300 franchi. La stima del carburante è di due giorni fa e il prezzo è destinato a salire ulteriormente».
Ci sono difficoltà da parte delle aziende nel mettere su strada i mezzi?
«Vediamo in pericolo soprattutto le pmi che non riescono a scaricare completamente sul cliente finale l’aumento dei costi. Questo mette a rischio il cash flow aziendale. Un altro campanello d’allarme è dato dall’economia: l’aumento generale di tutti i prezzi, la contrazione economica e lo spettro di un’imminente crisi. Sicuramente le aziende piccole e medie sono tra le più esposte. Ecco perché la nostra associazione si è rivolta con un’interpellanza al Consiglio federale e ai Consiglieri nazionali nei giorni scorsi».
Che cosa chiedete?
«Proponiamo un calo temporaneo delle imposte su carburante e valore aggiunto. Si potrebbe ipotizzare una riduzione dell’Iva o delle accise, per far sì che il prezzo si abbassi. Non chiediamo aiuti diretti, bensì indiretti. Le accise incidono per il 50% del prezzo effettivo: per la benzina senza piombo si parla di 76,82 centesimi di franco al litro, per il diesel di 79,57 centesimi di franco al litro».
In Svizzera per cosa viene utilizzato il trasporto su strada?
«La maggior parte dei trasporti avviene su rotaia. Dunque una parte della merce si muove su binario, una parte ancora su gomma. I trasporti interni, che servono l’economia nazionale, in genere riguardano prodotti alimentari (una componente importante) e trasporti legati al settore secondario ovvero industria e produzioni. Il trasporto su gomma è legato principalmente alla conformazione del nostro territorio: l’ultimo miglio e tutti i trasporti nella zona alpina vengono fatti con camion, mentre generalmente quelli di transito avvengono su binario. Per fare un esempio, le più importanti aziende di trasporto nazionale come Planzer, Transit e Camion Transport portano l’80% delle merci su ferrovia».
Gli esperti hanno parlato di rincari che sfonderanno la soglia dei 3 franchi al litro. Quali scenari prevede?
«La situazione non è molto differente da quella attuale. L’aumento del trasporto farà lievitare i prezzi dei prodotti finali. Avranno difficoltà soprattutto piccole e medie imprese, con uno spettro della crisi economica sempre più reale».
Lunedì in Italia ci sarà uno sciopero degli autotrasportatori. Sono possibili ripercussioni per l’approvvigionamento?
«Un giorno di sciopero lo possiamo ancora gestire. Non ci aspettiamo gravi conseguenze. Se queste misure dovessero proseguire la situazione andrà incontro a dei problemi».
La Germania nei giorni scorsi ha lamentato una carenza di autisti a causa dello scoppio della guerra in Ucraina. È una situazione che si osserva anche da noi?
«La carenza di personale non è un tema che ci è stato sottoposto, probabilmente perché gli autisti attivi nel nostro Stato o sono svizzeri o provengono dai Paesi vicini. Dunque, al momento non abbiamo riscontrato problemi».
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