La Confederazione ha appena deciso per l’adozione dell’analoga misura stabilità dall’Ue per questo e il prossimo inverno, ma l’adesione sarà su base volontaria.
In questo Natale di luci un po’ più spente del consueto, il tema energia è qualcosa che entra un po’ di soppiatto. Meglio essere morigerati, ridurre i consumi all’essenziale, compatibilmente con le feste: l’invito pronunciato ormai settimane fa, e che ha orientato i nostri comportmenti giocoforza, è divenuto oggi una dichiarazione nero su bianco, pronunciata e messa per iscritta dal Consiglio federale. Che, giusto pochi minuti fa, prendendo in esame le misure dall’Unione Europea, ha deciso che anche la Svizzera dovrà fare la sua parte. Nessun obbligo ancora, l’adesione è su base volontaria; ma l’auspicio è che anche la Confederazione riduca del 10% l’utilizzo di energia elettrica, al fine di contenere non solo i consumi, ma i rincari che vengono di conseguenza.
Svizzera esemplare: continuerà fino al 2024
Contribuire a ridurre i prezzi all’ingrosso; rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Europa. Ecco gli obiettivi dichiarati che hanno spinto la Svizzera ad aderire alla campagna europea, con l’intento di prolungarla non solo alla prossima primavera, ma ben oltre: fino all’inverno 2023/24, nelle intenzioni del Consiglio, la Confederazione farà da esempio e capofila nel combattere lo spreco di risorse divenute preziose, in ogni senso.
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Meno 5% nelle ore di punta
Nel concreto, l’impegno sarà volto a ridurre i quantitativi di energia consumata rispetto ai valori degli ultimi cinque anni, abbassandoli di un complessivo dieci per cento fra gennaio e marzo 2023 e di un cinque per cento almeno negli orari di punta dello stesso periodo. Di nuovo, con il ritorno della stagione fredda e la diminuzione dei momenti di luce, fra novembre e dicembre dell’anno prossimo si rinnoverà la promessa a mantenere un atteggiamento responsabile.
Niente prelievo di solidarietà sui profitti
E qui, da parte della Svizzera, tutto finisce. La Confederazione non ha cioè ritenuto opportuno adottare altre misure che l’Europa ha considerato indispensabili, come il prelievo di solidarietà sui profitti in eccesso nel settore fossile. Già discusso nella seduta del 2 novembre 2022, il tema è stato respinto di nuovo come non necessario in un Paese dove la situazione economica è più favorevole e l’inflazione più bassa.
Il piano di emergenza in caso di penuria
Sempre in ambito energia, il Consiglio federale ha inoltre adottato oggi l’ordinanza sull’esercizio di centrali di riserva e gruppi elettrogeni di emergenza in presenza di una situazione di penuria. L’entrata in vigore è prevista per domani, 22 dicembre. Fino a 31 maggio 2023, saranno temporaneamente aboliti i valori limite contro l’inquinamento atmosferico e le limitazioni dell’orario di esercizio, pari a 50 ore l’anno. Per quanto riguarda le misure di protezione contro il rumore e i limiti di emissione per le centrali di riserva, saranno fissati individualmente secondo la licenza di esercizio rilasciata dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec).
Deroghe all’inquinamento atmosferico e fonico
Al fine di scongiurare il peggio, interverranno sia la costituzione di una riserva di energia idroelettrica, sia la realizzazione di una centrale di riserva a Birr (AG) e l’aumento delle capacità della rete di trasporto. Le deroghe alla legislazione sull’inquinamento atmosferico e sull’inquinamento fonico, decise poco fa, consentiranno alla Svizzera di intervenire in maniera puntuale in caso di difficoltà, nel caso in cui il mercato ordinario non si ritrovasse più in grado di soddisfare la domanda.
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