Oggi previste numerosi raduni e manifestazioni in più di 30 comuni della Svizzera. Anche in Ticino.
Era il 14 giugno del 2019, quando lo sciopero femminista veniva riproposto 28 anni dopo quello fatidico del 1991. L’evento venne sollecitato dai sindacati a seguito della revisione, avvenuta nel 2018, della legge federale svizzera sull’uguaglianza tra donne e uomini del 1996; nella modifica legislativa non era stata contemplata alcuna sanzione in caso di mancato rispetto dell’uguaglianza salariale.
Oggi, a tre anni di distanza, le donne scendono nuovamente in piazza: a questo giro alzano la voce contro la riforma AVS21 e l’innalzamento dell’età pensionabile.
Manifestazioni in tutta la Svizzera
Questa mattina si sono trovate anche in Ticino: a Lugano, in piazza Manzoni con un flash mob, mentre nel pomeriggio tra Bellinzona, Locarno, Lugano e Mendrisio con stand informativi sull’AVS 21, organizzati dai sindacati federali.
A questo sciopero partecipano tutti i principali enti rappresentanti dei lavoratori, come Syna che con l’occasione ha diffuso un comunicato stampa per mostrare solidarietà alle donne del Paese. Nella nota stampa afferma di prendere posizione con loro in strada, contro l’ingiusto disegno di legge sull’AVS. Per Syna: “La riforma cementa la situazione precaria delle donne e garantisce il finanziamento dell’AVS solo a breve termine”.
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Una riforma più equa
Syna ribadisce che le donne già percepiscono un terzo di pensione inferiore e guadagnano il 20% in meno rispetto agli uomini. Per questa ragione, secondo il sindacato, il disegno di legge mostra la mancanza di volontà da parte del Parlamento di voler affrontare opzioni di finanziamento ragionevoli e sostenibili per l’AVS. Inoltre, l’AVS21 rafforza l’ingiustizia nei confronti delle donne, motivo per cui Syna si oppone risolutamente a questo disegno di legge.
Cosa chiede Syna
Schierandosi in questa giornata simbolica a fianco delle donne, Syna si mobilita per far comprendere alla popolazione cosa comporta la riforma previdenziale per le donne. Le conseguenze, in poche parole, le faranno lavorare più a lungo, percepire pensioni più basse, anche in età avanzata. E conclude avanzando delle richieste: pensioni sufficienti per vivere, vera uguaglianza di salario e lavoro non pagato, una riforma del sistema pensionistico equa e a lungo termine.
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