Il successo della TV in streaming sta causando minori guadagni agli studios, con salari in calo tra gli addetti ai lavori.
Migliaia di sceneggiatori cinematografici e televisivi, dopo un’azione promossa dai sindacati del settore, hanno indetto uno sciopero per oggi, mandando Hollywood in subbuglio. Gli addetti ai lavori si mostrano preoccupati per le condizioni economiche in peggioramento, in seguito alla perdita di appeal degli studios causata dalla popolarità di Netflix e altri servizi di streaming.
Primo sciopero in 15 anni
La Writers Guild of America (WGA), che rappresenta circa 11.500 sceneggiatori, ha dichiarato che la sua leadership ha appoggiato all’unanimità il primo stop al lavoro in 15 anni, dopo aver fallito nel raggiungere un accordo per una retribuzione più alta.
Lo sciopero colpisce Hollywood in un momento difficile. A poche ore dalla scadenza del contratto triennale della categoria, sul quale le parti non hanno trovato un’intesa, i lavoratori del settore hanno deciso di manifestare il loro malcontento, interrompendo le produzioni.
L’ascesa dello streaming ha portato a un calo degli introiti pubblicitari televisivi, e di conseguenza anche dei guadagni dei dipendenti. Questo perché il pubblico della TV tradizionale si riduce e gli inserzionisti si rivolgono altrove. Sullo sfondo intanto, si profila anche la minaccia di una recessione per gli Stati Uniti, la più grande economia del mondo.
Distanza tra le parti
L’ultimo sciopero della WGA nel 2007 e 2008 è durato 100 giorni. L’azione è costata all’economia californiana una cifra stimata in 2,1 miliardi di dollari, a causa della chiusura delle produzioni e del taglio delle spese da parte di sceneggiatori, attori e produttori disoccupati.
L’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), che rappresenta gli studios, ha dichiarato di aver proposto «generosi aumenti dei compensi» e di essere disposta ad rivedere la propria offerta.
Allo stesso tempo, ha comunicato di essere contraria alle richieste della WGA che «imporrebbero a una società di assegnare a uno show un certo numero di scrittori per un determinato periodo di tempo, indipendentemente dal fatto che siano necessari o meno».
Gli sceneggiatori affermano di aver sofferto nel boom della TV in streaming, con stagioni più brevi e pagamenti residui più bassi. «Wow. È spaventoso», ha scritto su Twitter la scrittrice Ashley Nicole Black, vincitrice di un Emmy Award, dopo la proclamazione dello sciopero. «Ma un futuro in cui accettiamo ciò che le aziende stanno cercando di fare - lavori di scrittura freelance poco pagati e senza alcuna sicurezza lavorativa - è molto più spaventoso».
Wow. This is scary. But a future where we accept what the companies are trying to do— low paid, freelancer writing gigs with no job security— is much scarier. You can’t make good art that way. And writers generate far too much profit for them to accept it. So, I’m on strike! https://t.co/1WK88spKEl
— Ashley Nicole Black (@ashleyn1cole) May 2, 2023
I protagonisti si schierano con i lavoratori
Per gli spettatori televisivi, il primo impatto dello sciopero si vedrà nei talk show serali come il Jimmy Kimmel Live, che contano su team di autori per scrivere battute di attualità per le produzioni registrate il giorno stesso della trasmissione. Si prevede che questi programmi cominceranno ad andare in onda in replica.
Il conduttore del The Late Show Stephen Colbert, in una puntata registrata poche ore prima della proclamazione dello sciopero, ha mostrato sullo schermo le foto del suo staff di autori in segno di sostegno. «Sono così importanti per il nostro show», ha affermato Colbert, che è anche membro della WGA. «Penso che le loro richieste non siano infondate».
Salari in calo e il pericolo AI
Gli sceneggiatori hanno dichiarato di essere disposti ad abbandonare il lavoro poiché i cambiamenti portati dallo streaming hanno reso difficile per molti guadagnarsi da vivere in città costose come New York e Los Angeles. Secondo le statistiche della WGA, la metà degli sceneggiatori di serie televisive lavora al minimo salariale, rispetto a un terzo nella stagione 2013-2014. Inoltre, la retribuzione media degli sceneggiatori al livello superiore di scrittore/produttore è diminuita del 4% nell’ultimo decennio.
L’intelligenza artificiale (AI) è un’altra questione al tavolo delle trattative. La WGA vuole che siano previste delle garanzie per evitare che gli studios utilizzino l’intelligenza artificiale per generare nuove sceneggiature, anche a partire da lavori precedenti. Questi ultimi vogliono anche assicurarsi che non venga chiesto loro di riscrivere le bozze di sceneggiatura create dall’AI.
Nessun danno per i servizi di streaming
Con l’incombere di un potenziale lungo sciopero, la produzione si è già fermata a Los Angeles. Film LA, società che rilascia i permessi per le riprese nella metropoli californiana, ha dichiarato di non avere spettacoli sceneggiati in programma per i prossimi giorni.
Se l’interruzione del lavoro dovesse protrarsi, i network riempiranno sempre più i loro palinsesti con reality show non sceneggiati, notiziari e repliche. Questo potrebbe anche portare a un ritardo nella stagione televisiva autunnale, dato che la scrittura di questi programmi inizia normalmente tra maggio e giugno.
Paradossalmente, Netflix e gli servizi di video on-demand sarebbero i meno colpiti da questo scenario insolito. Questo grazie alla vocazione globale di queste compagnie, che godono di ampio accesso a strutture di produzione al di fuori degli Stati Uniti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter