Il nuovo Contratto nazionale mantello, sostenuto dagli impresari edili, porterebbe a orari di lavoro usuranti per gli operai. Arrivano proteste e scioperi nella Svizzera romanda.
Sono più di 7 mila i lavoratori edili che lunedì mattina hanno deciso di interrompere le loro attività giornaliere e marciare in segno di protesta per le strade di Ginevra, Losanna, Friburgo, La Chaux-de-Fonds e Delémont. Lo sciopero si protrarrà per due giorni e per domani è attesa una grande manifestazione nella capitale del Canton Vaud.
Proteste per gli orari di lavoro usuranti
Il coordinatore regionale del sindacato Unia per il settore edile, Simon Constantin, si aspetta una mobilitazione «massiccia» di «diverse migliaia» di lavoratori. La maggior parte dei cantieri della Svizzera francese opererà a ritmo ridotto all’inizio della settimana, come è avvenuto di recente in occasione di azioni simili organizzate in Ticino e nella regione di Basilea.
Il sindacalista critica la visione ideologica della Società svizzera impresari e costruttori (Ssic) nel contesto delle trattative per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (Cnm). In particolare, la Ssic chiede una maggiore flessibilità negli orari di lavoro, che tuttavia sfocia in condizioni lavorative al limite e fortemente svantaggiose per i lavoratori. I sindacati criticano questa scelta e ritengono che il nuovo Cnm porterebbe a giornate lavorative fino a 12 ore e a settimane di 58. Nico Lutz, responsabile del settore edile del sindacato Unia, lo dice chiaramente: «L’edilizia è ancora in piena espansione. I lavoratori edili non scambieranno la loro salute e la loro vita privata per un aumento salariale, a cui hanno comunque diritto a causa dell’inflazione».
Gli impresari minacciano azioni legali
La SSIC viene anche criticata per aver reso più facile il licenziamento dei lavoratori anziani e per aver smantellato le tutele acquisite nel tempo. «Gli edili non accetteranno mai il deterioramento del Cnm. Sono pronti a lottare per i propri diritti!», spiega Johann Tscherrig, responsabile del settore edile del sindacato Syna.
I datori di lavoro, d’altro canto, affermano di voler accontentare la generazione più giovane, consentendo al contempo un orario di lavoro migliore per i lavoratori più anziani, al fine di mantenerli in un settore che soffre della mancanza di manodopera qualificata. Finora, sei cicli di negoziati non sono riusciti a colmare la distanza tra le parti, e le discussioni proseguiranno quindi a metà novembre. Sono stati proprio i muratori romandi a protestare per primi, seguiti venerdì dai loro colleghi di Zurigo.
Nel settore principale dell’edilizia, il Cnm copre circa 80mila lavoratori. A metà ottobre, 20mila muratori di tutta la Svizzera avevano votato a favore delle azioni di protesta. Gli impresari da parte loro hanno minacciato di portare i sindacati in tribunale per aver violato l’obbligo di mantenere la pace sul lavoro.
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