Allarme per lavoratori e pensionati: i redditi «medi» rischiano di subire perdite reali di circa 1000 franchi.
Con il 3,4%, l’inflazione rimane a un livello elevato e quindi incide sempre più sul potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati.
Se l’aumento dei prezzi non viene compensato, fa sapere l’Unione sindacale svizzera (USS), le famiglie rischiano di vedersi ridotto il reddito reale di varie migliaia di franchi.
Come preservare quindi il potere d’acquisto?
Per la prima volta dal 2008 - si legge nella nota dell’Unione - i prezzi al consumo hanno ricominciato a salire. A luglio l’inflazione è rimasta elevata, attestandosi al 3,4%. La situazione richiede aumenti salariali generali e tagli più profondi dei bonus. "I salari bassi e medi sono cresciuti troppo poco negli ultimi anni. Nelle condizioni attuali, l’impatto dei premi dell’assicurazione sanitaria può raggiungere il 10%. Il Parlamento deve attuare le riduzioni richieste dal Sindacato Svizzero per le persone che esercitano un’attività lucrativa e per i pensionati".
"Per la prima volta nel 2023 - continua -, i pensionati «medi» rischiano di subire perdite reali di rendita di circa 1000 franchi. Da un lato perché i fondi non aumentano le pensioni per compensare l’aumento dei costi. D’altronde perché l’“indice AVS misto”, in base al quale vengono aumentate le pensioni, si basa per metà sull’andamento delle retribuzioni. Di conseguenza, l’aumento delle pensioni raddoppia rispetto all’inflazione attuale. Le pensioni AVS sono cresciute l’ultima volta il 1° gennaio 2021. Il prossimo aumento è previsto per il 1° gennaio 2023 ed è assolutamente necessario".
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