I driver principali sono stati i forti temporali negli Stati Uniti con sinistri assicurati ben al di sopra della media decennale. Ma anche il terremoto in Turchia e Siria del febbraio scorso.
Le catastrofi naturali sono sempre più all’ordine del giorno e per Swiss Re le perdite assicurate in tutto il mondo vengono stimate a 50 miliardi di dollari solo nella prima parte del 2023. Il secondo record più alto dal 2011.
I driver principali sono stati i forti temporali negli Stati Uniti, dove hanno rappresentato il 68% delle perdite globali assicurate da catastrofe naturale nella prima parte dell’anno. Ma anche il terremoto in Turchia e Siria del febbraio scorso.
«Il motivo principale dei sinistri assicurativi superiori alla media nella prima metà del 2023 sono stati i forti temporali - ha detto Martin Bertogg, responsabile Catastrophe Perils di Swiss Re - Questo rischio naturale secondario sta quindi diventando uno dei più importanti driver mondiali di sinistri assicurativi. Anche il livello dei danni conferma il trend di aumento dei sinistri assicurati in media del 5-7% annuo, a causa del riscaldamento globale, ma ancor più per il rapido aumento dell’accumulo di valore economico nelle aree urbane di tutto il mondo. Il ciclone e le inondazioni in Nuova Zelanda nel primo trimestre del 2023 riflettono il rischio che devono affrontare oggi i principali centri urbani e continuano i modelli osservati nelle inondazioni del 2021 in Germania e del 2022 in Australia e Sud Africa».
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Il cambiamento climatico è qua
Maltempo con tuoni, fulmini, temporali, forti piogge, grandine e improvvisi sbalzi di temperatura – ha causato sinistri assicurati in tutto il mondo nella prima metà del 2023 per 35 miliardi USD (quasi il 70%), circa il doppio in soli sei mesi rispetto alla media annua degli ultimi dieci anni che corrisponde a $ 18,4 miliardi.
Non solo i gravi temporali registrati negli Usa, ma anche importanti eventi metereologici avuti in Nuova Zelanda nel giro di 2 settimane, all’inizio dell’anno. Inondazioni e il ciclone Gabrilelle hanno colpito l’Isola del Nord e Auckland, la città più grande del paese. I sinistri assicurati sono pari a $2,3 miliardi.
Insomma, gli effetti del cambiamento climatico si riflettono in eventi meteorologici sempre più estremi.
«Si possono già vedere in alcuni pericoli naturali come ondate di caldo, siccità, inondazioni e precipitazioni estreme - ha riferito Jérôme Jean Haegeli, capo economista di Swiss Re -. Inoltre, la pianificazione di aree più a rischio su coste e fiumi e l’espansione urbana incontrollata porta a un accumulo di valori in luoghi più rischiosi difficilmente reversibile. Devono essere adottate misure protettive per garantire che i prodotti assicurativi per tali oggetti ad alto rischio rimangano economici. È giunto il momento di investire di più nell’adattamento climatico».
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Inondazioni, ma anche caldo e incidendi
Non da ultimo, le forti piogge nella regione settentrionale italiana dell’Emilia-Romagna a metà maggio hanno provocato inondazioni diffuse con perdite assicurate che dovrebbero superare lo $0,6 miliardi. Si tratta dell’evento meteorologico più costoso in Italia dal 1970. Il danno economico è stimato in $10 miliardi.
Non solo la violenza del maltempo, ma anche caldo e siccità che dall’inizio di luglio, hanno colpito Stati Uniti, Cina nord-occidentale e Europa meridionale. Qui, in modo particolare, i forti venti hanno esacerbato gli incendi causati dall’uomo: in molte isole greche, ma anche in Italia e in Algeria. I danni economici non sono ancora noti.
Il terremoto in Turchia e Siria
I terremoti restano ad ogni modo tra gli eventi con le più gravi conseguenze umanitarie e finanziarie. La peggiore catastrofe in termini di perdite economiche e assicurate è stata il terremoto in Turchia e in Siria, che ha devastato e distrutto i mezzi di sussistenza di milioni di persone nella regione. Secondo stime preliminari della Banca Mondiale, il danno economico è stimato a 34 miliardi di dollari.
Stime perdite globali
Complessivamente, le perdite economiche dovute a catastrofi naturali sono ammontate a 120 miliardi di dollari nella prima metà del 2023, rispetto ai 123 miliardi di dollari nello stesso periodo dello scorso anno, il 46% in più rispetto alla media decennale.
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