E guardando al 2023 si dice ottimista: «c’è ancora tanta voglia di investire».
I dati pubblicati questa mattina dall’Ufficio federale di statistica (Ust) e che mostrano un aumento dell’inflazione dello 0,7% a febbraio, eliminano ogni dubbio su quel che farà la Banca nazionale svizzera nella sua prossima riunione sulla politica monetaria, in programma per il prossimo 22 marzo. Per combattere l’inflazione interna e contrastare quella importata, alzerà ancora una volta i tassi di interesse.
La stretta sulla politica monetaria viene esercitata da un lato per controllare l’aumento dei costi e dall’altro per scoraggiare gli investimenti. Qual è la situazione in Ticino?
«Per quanto riguarda le pigioni - spiega Emanuele Gianola, di Capifid Valutazioni Immobiliari - c’è una grande ripresa in termine di locazione. Con l’innalzamento del tasso di interesse, l’accesso al credito risulta più complesso. Le statistiche raccontano di un’evoluzione dell’occupazione delle superfici locative, andando a colmare quel gap che negli ultimi anni ci ha un po’ afflitto».
Le vendite reggono
Qualche settimana fa, Tiziano Winiger direttore dell’Associazione Proprietari Fondiari sezione Ticino aveva confermato che «per la prima volta» gli esperti sostengono che sia «più conveniente affittare che comprare».
Gianola osserva tuttavia che ci troviamo ancora «in un mercato forte, appetibile e di grande interesse». E nonostante il calo delle nuove costruzioni negli ultimi anni, «in Ticino ci sono in essere dei grandi progetti», guardando al 2023 con «buone aspettative».
Certo, «le banche centrali sono intenzionate ad alzare ulteriormente i tassi di riferimento, per cui siamo in attesa di capire. Poiché ad oggi non c’è ancora una chiara traccia». Ai nuovi aumenti dovrà seguire «tecnicamente un riallineamento verso il basso. Diciamo che c’è ancora molta prudenza da parte degli stakeholder orientati all’acquisto però siamo positivi. Il mercato c’è, il trend è ancora quello di voler ancora costruire».
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