Dal 1° luglio 2023, i frontalieri dovranno dichiarare le tasse in Italia a partire dalla prima ora di telelavoro.
Ci risiamo. Questo venerdì, il 30 giugno, scadrà l’accordo amichevole sul telelavoro che permette ai frontalieri italiani, ovvero coloro che risiedono entro 20 chilometri dal confine e che ogni giorno lo varcano per prestare lavoro in Svizzera, di fare home working per il 40% del tempo lavorativo, senza conseguenze sul piano fiscale.
Ancora una volta, il Governo italiano fa il prezioso. E a ridosso della scadenza rimanda qualsiasi decisione in merito. Cosa servirà a questo giro per smuovere le acque?
Scadenza dei Regolamenti europei sulle assicurazioni sociali
Con il 30 giugno scadono anche i Regolamenti europei. Dal giorno successivo, infatti, entreranno in vigore le nuove normative che sanciscono che i singoli Stati hanno la libera facoltà di concedere ai frontalieri di lavorare da casa entro il 49,99% del tempo di lavoro, senza ripercussioni sul piano previdenziale. La Svizzera, dal canto suo, ha già aderito. Mentre l’Italia non si è ancora pronunciata.
I tentativi dispiegati dalle parti sociali, di portare la discussione in Parlamento, appaiono ad oggi vani. Qualche mese fa, lo stesso Governo svizzero ha dovuto vincolare la sottoscrizione del nuovo accordo amichevole transitorio, alla rimozione della Svizzera dalla blacklist del 1999.
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Il Governo italiano prende tempo: perché?
Insomma, l’Esecutivo italiano continua a fare orecchie da mercante. Forse, nel tentativo di raccimolare qualche soldo in più o di rendere meno attrattivo lo status da frontaliere.
Concretamente significa che se l’Italia non accetterà i nuovi Regolamenti europei, sul piano previdenziale sarà consentito lavorare da remoto per il 24,99% del tempo lavorativo. Sul piano fiscale, invece, qualora il frontaliere lavori dall’Italia anche una sola ora, venendo meno il «rientro giornaliero» - requisito fondamentale per la definizione dello status da frontaliere - dovrà effettuare la dichiarazione dei redditi sul monte ore lavorato dal proprio domicilio.
Per i lavoratori italiani che invece vivono oltre i 20 chilometri dal confine, non cambia nulla, poiché già assoggettati alla tassazione concorrente.
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