Unina: "Un aumento del 5% è possibile: l’industria chimica e farmaceutica deve mostrare la strada".
Il settore chimico-farmaceutico è tra quelli che in Svizzera generano i profitti più significativi. Una produttività che coinvolge anche i lavoratori, ora alle prese con un forte rincaro dei costi della vita.
Per questo il sindacato Unia chiede che le aziende di questo comparto rivedano i salari delle maestranze, applicando un aumento del 5%.
"Gruppi come Novartis, Roche e Lonza hanno continuato a raccogliere enormi profitti durante la pandemia - si legge in una nota diffusa dal sindacato -. Se ciò è avvenuto lo si deve anche all’impegno costante dei loro dipendenti. Oggi però il personale deve sopportare vincoli molto pesanti. Il reddito dei lavoratori, e quindi il loro tenore di vita, è in pericolo a causa dell’inflazione elevata e dell’esplosione dei premi dell’assicurazione sanitaria.
5% in più di stipendio
Per ridurre questo onere, il sindacato Unia e le commissioni del personale del ramo chimico e farmaceutico, chiedono ai grandi gruppi di aumentare gli stipendi di almeno il 5%: "Ciò serve a compensare l’aumento dell’inflazione e dei premi dell’assicurazione sanitaria e il progresso dei salari reali".
Aumento della produttività
Non ci sono settori produttivi che hanno registrato ottimi profitti, come è accaduto per quello chimico e farmaceutico. I sindacati auspicano quindi un ritocco dei salari collettivi, ponendo fine a quella che gli stessi hanno definito "la folle pratica di concedere incrementi individuali": "L’attuale crisi pone tutti i dipendenti di fronte a grandi sfide. È quindi necessario concedere un aumento generale della retribuzione a vantaggio di tutto il personale" hanno aggiunto i rappresentanti dei lavoratori.
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