Il ceo Thomas Gottstein smentisce le voci di una prossima acquisizione da parte della società statunitense State Street, che secondo Inside Paradeplatz sarebbe invece pronta a offrire 9 franchi per azione.
Credit Suisse resta in Svizzera. Almeno per il momento. La notizia circolata con insistenza negli ultimi due giorni pare infatti essere infondata: a meno di colpi di scena clamorosi, non vi sarà alcun acquisto da parte di State Street, società americana con sede a Boston che, secondo le indiscrezioni, avrebbe mostrato un forte interesse verso la banca elvetica.
«Le domande stupide non meritano risposta»
«Non commentiamo mai i rumors», ha dichiarato il ceo Thomas Gottstein, ospite alla Goldman Sachs European Financial Conference, trasformando poi la difesa in un attacco. «Mio padre una volta mi ha dato un consiglio: per le domande davvero stupide, è meglio non rispondere, quindi credo che ascolterò il consiglio di mio padre», ha detto, respingendo in malo modo la domanda che cercava di portare allo scoperto i retroscena di un possibile takeover.
Un’offerta «imminente» e amichevole
A offrirlo in pasto all’opinione pubblica come più che plausibile, mercoledì, il giornale di Zurigo Inside Paradeplatz, secondo il quale il gruppo statunitense sarebbe pronto a garantire 9 franchi per azione e a mettere fine all’indipendenza di Credit Suisse dopo 166 anni. Un’offerta «imminente», secondo la fonte citata dal quotidiano, frutto di un tentativo di acquisizione tutt’altro che ostile, anzi ben ponderato e amichevole.
Titolo in ripresa dopo le indiscrezioni
Parole che, messe così nero su bianco, sulle prime hanno annullato le perdite che l’istituto elvetico stava registrando dopo l’annuncio di un trimestre in ribasso, complice la situazione geopolitica e la volatilità dell’investment banking. Il titolo è subito salito in borsa e a un’ora dalla pubblicazione dell’articolo già registrava un +3,37%, arrivando in chiusura a sfiorare i 7 franchi dai 6,21 del mattino.
State Street: «Voci prive di fondamento»
La smentita dei vertici ha però fatto invertire presto la rotta. Il no comment giunto anche da State Street, secondo cui «le continue voci di mercato sono prive di fondamento» e gli unici veri interessi sarebbero concentrati piuttosto sull’acquisizione delle attività di Investor Services di Brown Brothers Harriman, ha annullato gli effetti del rimbalzo e ha fatto cadere il titolo di Credit Suisse, sceso in poche ore del 6%.
Deutsche Bank: «Cessione sì, ma parziale»
Segno che gli investitori non la vedono affatto come un’operazione ormai prossima. Secondo gli analisti di Deutsche Bank, il futuro più probabile è un altro: la cessione a State Street della sola divisione di asset management, su cui si specula già da diverse settimane.
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