GastroTicino lancia l’allarme: il Ticino non segua l’esempio di Berna che ha negato gli spazi in più concessi in tempo di Covid. Suter: "È proprio adesso che si servono, aiutano il turismo e la ripresa".
La primavera è alle porte, il turismo vivace di belle aspettative: forse forse questa volta il Covid nulla potrà contro le bellezze del Canton Ticino e il richiamo che, meteo permettendo, potranno finalmente tornare a esercitare sui visitatori. A meno che non si impegni ora la politica a mettere i bastoni tra le ruote, penalizzando un settore che proprio adesso prova a rialzare la testa. "Speriamo che non si riprenda indietro gli spazi esterni che all’epoca aveva deciso di mettere a disposizione di bar e ristoranti", si augura GastroTicino.
Il Ticino per ora non prende posizione
Timori infondati di chi, dopo aver dovuto fare i conti con il peggio, ora ha paura di tutto e tutti? Non proprio. Anche se il Ticino per il momento non ha preso posizione analoga, "a Berna per esempio è successo proprio questo - racconta Massimo Suter, presidente di GastroTicino e vice di GastroSuisse - Dall’oggi al domani l’amministrazione ha deciso di ritirare gli spazi in più dati in concessione, peraltro senza coordinarsi con le associazioni di categoria". Motivazione addotta? Quasi un paradosso, riflette Suter: "L’emergenza della pandemia non c’è più, quindi non ce n’è più bisogno. Ma è l’esatto contrario: non ce n’era bisogno quando la gente non poteva andare al bar e al ristorante, mentre adesso sarebbero un grande aiuto per un settore che attraversa diverse difficoltà e con più posti a sedere potrebbe ripagare i debiti e i crediti Covid ricevuti".
Le conseguenze di una "decisione deleteria"
Ecco perché GastroTicino ha deciso di giocare d’anticipo e pregare le istituzioni locali affinché non seguano l’esempio di altri Cantoni. "La stagione sta per iniziare, vogliamo rendere attente le autorità sulle conseguenze che una decisione deleteria di questo tipo potrebbe avere", continua Suter, che non le manda affatto a dire: "A volte pare proprio che non si sappia guardare più lontano del proprio naso". Tanto più se si considera che il Covid in sé non è affatto sconfitto e il disastro del passato potrebbe riproporsi. "È vero, le restrizioni ora sono cadute, ma un atteggiamento lungimirante avrebbe atteso almeno l’autunno prima di prendere decisioni oggi assolutamente incomprensibili".
Una questione economica, ma anche estetica
Per il bene di chi con i tavolini all’aperto ci guadagna, dice Suter, ma anche della gente che può goderne nel suo tempo libero. "Non è solo una questione economica, ma anche estetica - conclude - Le città hanno un aspetto più accogliente, sono attrattive. Ci auguriamo dunque che il Ticino almeno non voglia fare un passo indietro, penalizzando una ripresa che si prospetta già di per sé lunga e difficile". E assieme ad essa le persone, residenti e villeggianti, che non tollerano più come una volta di esser confinati negli spazi chiusi.
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