Secondo l’indagine Swipra, tra luglio 2022 e giugno 2023 la presenza femminile nei cda delle aziende svizzere è passato dal 28,5% dell’anno scorso al 30,8%. Tra i nuovi membri eletti negli organi escutivi, sale al 34,3%.
Dal mondo del lavoro arrivano segnali incoraggianti per le donne. La loro presenza all’interno dei consigli di amministrazione, delle maggiori aziende svizzere, è in continua crescita.
Secondo un’indagine diffusa questa mattina dalla società di consulenza Swipra, la quota femminile nelle 100 maggiori società quotate in borsa sullo SPI 100 è salito al 30,8% dal 28,5% del 2022. Il dato è emerso incrociando i risultati della stagione delle assemblee generali che si sono svolte tra il 1° luglio 2022 e il 14 giugno 2023.
Un traguardo storico che ha segnato per la prima volta il raggiungimento del requisito legale del 30% di rappresentanza di genere, che si applicherà a partire dal 2026. Tra i nuovi membri eletti negli organi esecutivi, la percentuale media di donne sale al 34,3%.
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Ancora una volta centro delle discussioni nelle assemblee degli azionisti, gli stipendi degli amministratori delegati. Un argomento controverso, non solo a causa dell’aumento dei pacchetti retributivi, ma anche per via della disparità dei livelli retributivi tra dirigenti e dipendenti, scrive Swipra nel comunicato.
Stando all’analisi, la remunerazione ai livelli più alti ha avuto un andamento diverso a seconda della società. Nelle 20 società SMI, il compenso totale annuo degli amministratori delegati è cresciuto in media del 13,5%, raggiungendo quota 8,62 milioni di franchi svizzeri; grazie a una maggiore allocazione di elementi retributivi a lungo termine, basati su azioni, ampiamente criticati dagli investitori istituzionali. Di contro, nelle restanti 80 società dello SPI 100 è sceso del 13,3% a 1,60 milioni. Inoltre, i bonus riservati ai ceo è risultato di un quinto inferiore rispetto al 2023, si evince dal rapporto.
Secondo Swipra, il numero medio di voti contrari alla remunerazione degli amministratori delegati nelle società SMI è passato dal 16,9 al 28,6%.
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